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Che differenza c’è tra essere genitori e allevare semplicemente dei figli? Secondo un’esperta di intelligenza artificiale, arriverà il momento in cui non sarà più necessario sostenere fisicamente la crescita di una prole biologica. Nel suo nuovo libro appena uscito (AI by Design: A Plan for Living with Artificial Intelligence) Catriona Campbell, psicologa comportamentale specializzata nell’interazione uomo-computer, esplora l’idea della “generazione Tamagotchi”. Una prospettiva in cui le persone che non vogliono sperimentare la genitorialità nella realtà tangibile cresceranno figli digitali nel metaverso.
Il termine “Tamagotchi” si ispira agli anni ’90 e 2000. Si trattava di animali domestici virtuali, piccoli computer portachiavi a forma di uovo che permettevano ai bambini di prendersi cura di una creatura digitale dandole da mangiare, giocando con lei e pulendo la sua “cacca”.
Figli virtuali
La Campbell stima che nell’arco dei prossimi 50 anni la tecnologia sarà così avanzata e realistica che i bambini virtuali sembreranno reali ai genitori e avranno un aspetto esterno “indistinguibile” dai bambini reali. Dispositivi immersivi come visori di realtà virtuale o di realtà aumentata permetteranno di interagire con loro in ambienti del metaverso, ma anche in contesti reali, mescolati a persone in carne ed ossa.
I bambini “Tamagotchi” del prossimo futuro saranno in grado di simulare risposte emotive e interagire con i loro genitori umani grazie alle loro capacità di apprendimento automatico. Una intelligenza artificiale settata su di loro apprenderà elementi caratteriali dei genitori, li mixerà e li trasferirà sul figlio virtuale rendendolo unico e “integrato”.
Tamagotchi di prova
Non è difficile ipotizzare (e d’altra parte anche la Campbell lo fa) che un “servizio” del genere avrà un suo grado di diffusione. Una via di mezzo tra l’adozione e il gioco di simulazione. Le persone potranno sottoscrivere un “abbonamento” ad uno o più figli Tamagotchi, costruendo o ampliando famiglie complementari a quelle reali.
Sarà una funzione utile anche a chi, superata l’età fertile, vorrà continuare a prendersi cura di un bimbo, anche se piuttosto “speciale”. Oppure potrà dare modo a chi è scettico sulla sua genitorialità di “testare” in anticipo cosa significhi avere uno o più figli.
Vite parallele
Nei prossimi decenni la società si orienterà e plasmerà (in una certa misura sarà anche orientata e plasmata) verso scelte diverse da quelle attuali.
Scelte che vanno nella direzione di una “riduzione dolce” del sovrappopolamento. O, più banalmente, scelte che consentono alle persone di fare esperienze di vita senza subirne pesanti oneri finanziari.
Suona come una puntata di Black Mirror, e qualcuno inorridirà. Che vi piaccia o no, questo è uno scenario possibile. I bambini “Tamagotchi”, figli virtuali di una generazione che vive a metà tra il metaverso e il mondo tangibile, saranno (per usare parole della Campbell) “accettati e pienamente abbracciati” nella società via via che il mondo progredisce.
O regredisce, dipende dai punti di vista.