Il continuo aumento del costo del gas porta i clienti a cercare opzioni sempre migliori sul piano della sostenibilità e dell’ottimizzazione delle risorse. Forse è un caso, ma neanche a farlo apposta il marchio che cresce di più è Tesla, e la categoria che cresce di più è quella dei camper.
In attesa che le due componenti si fondano con l’arrivo del Cybertruck addizionato di un modulo da campeggio, si fa strada nel mercato un altro “soggetto speciale”: l’auto a ricarica solare Aptera. La ricordate? Noi la seguiamo da prima del suo lancio, e ne abbiamo già parlato qui.
Libertà, ricarica solare e campeggio
Il solo concept alla base di Aptera ha prodotto un vero e proprio terremoto tra gli addetti del settore automobilistico quando ha messo la testa fuori dal sacco nel lontano 2011. Dieci anni dopo, la sorpresa è diventata un prodotto vero: da “è impossibile” a veicolo elettrico a tre ruote… alimentato dall’energia solare.
Realizzato in fibra di carbonio, vetro e kevlar, il modello base di Aptera è lungo 4,5 metri, largo 2,2 metri e alto 1,4 metri. Aptera può anche essere ricaricato come un normale veicolo elettrico e offre 400 chilometri di autonomia della batteria, ricaricandosi di altri 25 chilometri al giorno con i suoi pannelli.
Il design incuriosisce, l’alimentazione è il cavallo di battaglia, ma l’ultima versione “campestre” può offrire una prospettiva tutta nuova a chi ama la libertà e gli spazi aperti.
Aptera camper: più che una curiosità estiva
Lo confesso: prima di vedere questa “banalissima” tenda che può essere fissata al portellone del veicolo anch’io dubitavo sulla resa finale. Eppure, vedere Aptera allestita in questo modo mi fa pensare che l’opzione per due persone non sia affatto campata in aria (vero è che io amo anche le tiny house, diciamo che in fatto di spazi mi accontento di poco).
Ad Aptera non piace chiamare il proprio veicolo un’auto, insiste nel considerarlo come un “trike” alimentato dal sole. È un veicolo leggero e aerodinamico che sfrutta la potenza del sole per trasformare in realtà la vita fuori dalla rete, e con una tenda “a tracolla” questo appare ancora più evidente.
Che ne pensate, voi?