Una nuova collaborazione triennale tra la Swansea University, nel Regno Unito, e l’azienda indiana Tata Steel testerà nuove celle solari per coperture che possono essere stampate sull’acciaio usato nella costruzione di edifici.
La tecnologia, chiamata “Active Buildings”, mira a ridurre l’uso dei combustibili fossili e la pressione sulla rete elettrica nazionale del Paese. Si basa su un nuovo tipo di cella solare in perovskite.
Le celle solari tradizionali sono prodotte con materiali costosi e ad alta intensità energetica, come il silicio. Quelle in perovskite sono un’alternativa meno costosa, più leggera e più efficiente ai pannelli basati sul silicio. Ed emettono anche meno della metà di CO2.
Celle solari e acciaio, binomio promettente
“Questa tecnologia ci aiuterà ad affrontare la crisi energetica e la crisi climatica allo stesso tempo”, afferma in una nota Dave Worsley, professore di Scienza dei materiali e Ingegneria alla Swansea University.
Per i ricercatori coinvolti in questo progetto il futuro non è fatto di tecnologie solari aggiunte in un secondo momento, ma integrate direttamente negli edifici. Nello specifico, queste celle solari stampabili possono essere integrate nel tessuto di case, negozi e uffici, consentendo loro di generare l’energia di cui hanno bisogno. Nell’estensione massiva di nuovi processi e metodi di costruzione c’è anche la possibilità di abbattere i costi.
Futuro solare
Active Buildings ha già una piccola piattaforma di prova (che ha dato ottimi risultati) proprio a Swansea, la cittadina nel Galles sudoccidentale.
“Siamo entusiasti delle possibilità offerte dalla tecnologia della perovskite, specialmente nell’integrazione con le soluzioni di costruzione e costruzione”, dice Sumitesh Das, direttore della ricerca e sviluppo di Tata UK.
Secondo gli studiosi di Swansea, un’ora di sole sulla Terra è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico mondiale per un anno. Posizionare pannelli solari anche solo sui tetti di aeroporti o supermercati potrebbe generare abbastanza energia per alimentare milioni di case.
Integrarli direttamente nell’acciaio delle coperture degli edifici (e prevedere ovviamente sistemi di accumulo) trasformerebbe probabilmente il pianeta.