La resistenza agli antibiotici è uno dei problemi sanitari più gravi. Sono state condotte numerose ricerche sul problema e molti scienziati in tutto il mondo lavorando per porre fine a un problema che ogni anno uccide più di un milione di persone in tutto il mondo.
Gli scienziati della Rockefeller University hanno sintetizzato un nuovo antibiotico con l’aiuto di modelli computerizzati. E hanno scoperto che uccide anche i batteri resistenti agli antibiotici. La molecola, chiamata cilagicina, è stata testata sui topi e impiega un nuovo meccanismo per attaccare i patogeni mortali.
Cilagicina, prima figlia di un nuovo mondo
“La Cilagicina non è solo una nuova fantastica molecola, è la consacrazione di un nuovo approccio alla scoperta dei farmaci”, dice Sean F. Brady, autore dello studio, in un comunicato stampa pubblicato dall’istituto.
“Questo studio è un esempio di unione tra biologia computazionale, sequenziamento genetico e chimica sintetica: insieme stanno svelando i segreti dell’evoluzione batterica”.
Guerra “fratricida”
Nel corso della storia, i batteri hanno sviluppato vari modi per uccidersi l’un l’altro, quindi non sorprende che la maggior parte degli antibiotici derivi dai batteri. Tuttavia, lo sviluppo della resistenza porta anche alla formazione di difficoltà, come i germi resistenti agli antibiotici, il che ha spinto i ricercatori a cercare nuove sostanze attive.
Il problema di fondo? Molti antibiotici provengono da batteri, ma la maggior parte dei batteri non può essere coltivata in laboratorio. È un’occasione mancata per poter ottenere nuovi farmaci più efficaci.
Alla ricerca della “chiave magica”
Per risolvere il problema, Brady e colleghi hanno iniziato a lavorare su un enorme database di sequenze genetiche con l’obiettivo di trovare potenziali geni batterici ritenuti importanti nell’uccidere altri batteri e che non erano stati precedentemente studiati.
Il cluster genetico “cil”, mai studiato prima in questo contesto, si è distinto per la sua vicinanza ad altri geni utilizzati nella produzione di antibiotici. Per questo i ricercatori hanno debitamente inserito le sue sequenze rilevanti in un algoritmo: l’algoritmo ha proposto una manciata di composti che probabilmente produce “cil”. Un composto, opportunamente chiamato cilagicina, si è rivelato un efficace antibiotico.
Come funziona la Cilagicina?
La cilagicina funziona legando due molecole, C55-P e C55-PP, che supportano entrambe le pareti cellulari batteriche: la capacità del composto di spegnere entrambe le molecole è l’arma infallibile contro la resistenza dei batteri agli antibiotici.
Sebbene la cilagicina non sia stata ancora sottoposta a test sull’uomo, il laboratorio di Brady eseguirà più sintesi per migliorare il composto negli studi successivi e testarlo in modelli animali contro una gamma più ampia di infezioni per accertare quali malattie sarebbe più utile nel trattamento.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science (ve li linko qui).