Sappiamo tutti dell’aumento del costo della benzina nel mondo, del ricatto energetico tra le nazioni, dei 9 milioni di morti annuali per inquinamento atmosferico e di una catastrofe climatica dopo l’altra.
I critici sostengono che l’abbandono del fossile e l’adozione di energia pulita per affrontare questi problemi creerebbe reti elettriche instabili e farebbe aumentare ulteriormente i prezzi. Tuttavia, un nuovo studio su 145 paesi fatto dalla Stanford University (ve lo linko qui) conclude che questi problemi possono essere risolti senza interruzioni e a basso costo usando quasi tutte le tecnologie esistenti.
In sintesi, lo studio condotto da Mark Z. Jacobson conclude che non abbiamo bisogno di tecnologie miracolose. Elettrificando tutti i settori energetici, producendo energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili, creando e immagazzinando calore, freddo e idrogeno da tale elettricità possiamo creare energia sicura, economica e affidabile ovunque.
Grossa spesa, grosso risparmio, rientro immediato: per 4 motivi
La maggior parte della riduzione dei costi in un sistema che abbandona il fossile è dovuta ad una sola causa. È il fatto che un sistema energetico pulito e rinnovabile consuma molta meno energia rispetto a un sistema energetico basato sulla combustione. In realtà, l’utilizzo di energia a livello mondiale diminuisce di oltre il 56% quando si utilizzano sistemi interamente elettrici generati da risorse sostenibili.
La riduzione è dovuta a quattro motivi. Primo, efficienza dei veicoli elettrici rispetto ai veicoli a combustione. Secondo, efficienza delle pompe di calore elettriche per il riscaldamento di aria e acqua rispetto ai riscaldatori a combustione. Terzo, maggiore efficienza dell’industria elettrificata. Quarto, eliminazione dell’energia necessaria per ottenere combustibile fossile.
Aggiungendo a questi anche i risparmi sui costi sanitari e climatici si ottiene una riduzione del 92% dei costi sociali, che sono energia più salute più costi climatici, rispetto al sistema attuale. Niente male, direi.
Quanto costa mollare il fossile?
Lo studio di Stanford ha concluso che il costo iniziale complessivo per sostituire tutta l’energia nei 145 paesi considerati (che emettono il 99,7% dell’anidride carbonica mondiale) è di circa 62 trilioni di dollari. Enorme, a mettere in fila le cifre. Tuttavia, dati i risparmi annuali sui costi energetici di 11 trilioni di dollari, il tempo di ritorno dell’investimento per il nuovo sistema sarebbe inferiore a sei anni. Un affare o no? Qualunque investimento che si ripaga in così poco tempo sarebbe considerato vantaggioso.
Il nuovo sistema potrebbe anche creare oltre 28 milioni di posti di lavoro a tempo pieno a lungo termine in più rispetto a quelli persi in tutto il mondo e richiedere solo lo 0,53% circa della terra mondiale per la nuova energia, con la maggior parte di quest’area come spazio vuoto tra le turbine eoliche su un terreno che può essere utilizzato per molteplici scopi. In altri termini, il nuovo sistema potrebbe richiedere meno energia, costare meno e creare più posti di lavoro rispetto al sistema attuale.
Un’altra scoperta interessante? Niente paura di sovraccarichi: con un sistema completamente rinnovabile, caricare i veicoli elettrici a batteria durante il giorno sarebbe meno costoso per la rete rispetto a caricarli di notte, perché la ricarica diurna corrisponderebbe a una maggiore produzione di elettricità solare.
Vi rimando alla lettura completa dello studio, che porta spunti davvero interessanti e positivi, se qualcuno intenderà considerarli, ovviamente.