Non so se avete seguito un po’ quanto successo ieri: e se vi dicessi che a momenti poteva scoppiare la terza guerra mondiale? In estrema sintesi: la Marina USA ha schierato quattro navi da guerra a est di Taiwan, mentre la portavoce della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi si reca in visita nel paese. Secondo Reuters, la Cina aveva precedentemente avvertito che i suoi militari non sarebbero “siti a guardare” se Pelosi avesse visitato Taiwan. Per fortuna (per ora) si sono limitati ad avviare esercitazioni intorno all’isola.
La Pelosi ha trascorso la notte nella capitale di Taiwan, Taipei. Chissà cosa succederà quando la politica americana sarà ripartita verso casa. Le autorità che rivendicano la sovranità sull’isola autogovernata ora avvertono: ci saranno contromisure.
Cosa succederebbe in caso di invasione di Taiwan?
Non fraintendetemi: di certo la perdita di vite umane sarebbe la peggiore conseguenza in caso di conflitto. Non posso però fare a meno di farvi osservare che queste nuove tensioni (un altro capitolo della nuova guerra fredda tra USA e Cina) evidenziano anche l’incredibile dipendenza del mondo da Taiwan per i semiconduttori. È una questione particolarmente risonante con quella Ucraina, dato l’impatto globale atteso cono la crisi del gas in Europa, dopo le “sanzioni boomerang” approvate contro la Russia. E l’Europa, a questo punto.
Potrebbe andare perfino peggio, con Taiwan. Già lo scorso anno una prima carenza di semiconduttori ha avuto enormi effetti a catena per l’industria automobilistica, ad esempio, costringendo molte grandi aziende a interrompere la produzione.
Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) è la più grande produttrice mondiale di chip: tra gli altri realizza quelli di Apple, ma da sola ha il 50% di tutte le quote di mercato del mondo. Potete immaginare perchè oggi Europa e USA parlano di rendersi autonomi nella costruzione di chip. Proprio di recente, ad esempio, il Congresso USA ha approvato un disegno di legge di finanziamento di 52 miliardi di dollari, che aiuterà Intel Corporation (e anche TSMC) a rafforzare la propria presenza manifatturiera “domestica”, direttamente sul suolo americano.
Tutto ok, allora? Macché
La guerra sarebbe una sconfitta per tutti
Non è retorica, ripeto: l’orrore di una guerra tra Cina e Taiwan supererebbe di gran lunga i problemi associati alla carenza di chip. Proprio il presidente della TSMC, il dottor Mark Liu, ha sottolineato che “la guerra può creare problemi a tutte le parti in causa. Dobbiamo prepararci al peggio, ma dobbiamo sperare per il meglio”.
L’industria dei chip di Taiwan, a conti fatti, offre una leva economica fondamentale nel mezzo di questa ormai accesissima rivalità tra Stati Uniti e Cina. Alcuni esperti hanno affermato che questa situazione in fin dei conti è positiva, perchè impedirà alla Cina di inasprire ulteriormente lo scenario.
Voi che ne dite? Dopo quanto accaduto con la Russia, io non la prenderei con tutto questo ottimismo. Le prossime settimane saranno rivelatrici.