In molti paesi del mondo il trasporto merci rappresenta quasi un terzo di tutte le emissioni di gas serra dell’intera industria dei trasporti.
Alcune grandi aziende, come Amazon, hanno investito molto in interventi che possono (potrebbero? Dovrebbero) compensare parte di questo costo ambientale. I più promettenti si basano su software che razionalizzano e ottimizzano i percorsi dei veicoli per le consegne, su investimenti per la transizione verso una flotta elettrica (anche a due ruote) e, infine, sulle consegne con droni.
Consegne con droni: semplicemente fantastiche
Sono molti gli elementi che rendono i droni fantastici per le consegne dell’ultimo miglio. Parliamoci chiaro: nel percorso dall’hub di trasporto più vicino al consumatore sono imbattibili.
Sono più veloci, più affidabili e più economici dei metodi di consegna tradizionali, e soprattutto possono essere completamente autonomi. Capitolo impatto ambientale? Anni luce avanti rispetto a qualsiasi altro metodo di consegna.
Secondo un nuovo studio della Carnegie Mellon University, i droni che trasportano piccoli pacchi emettono l’84% in meno di emissioni di gas a effetto serra rispetto a un camion diesel e utilizzano il 94% in meno di energia.
Il futuro delle consegne dell’ultimo miglio
Piccola premessa realista: le consegne con i droni NON SONO una pratica comune. Potrebbe volerci un po’ prima di vedere sciami di quadricotteri sfrecciare davanti ai camini dei sobborghi. Altrettanto realisticamente, però, va detto che stanno progredendo rapidamente (favorite, come il lavoro a distanza, anche dal Covid-19 che ha trasformato e trasformerà letteralmente il pianeta).
McKinsey stima che ogni giorno vengano effettuate più di 2.000 consegne con i droni in tutto il mondo, con tassi di crescita che accelerano ogni settimana. Secondo la società di ricerche di mercato, il 2022 potrebbe chiudersi con 1,5 milioni di consegne. Non è solo un inizio: è una tendenza più che indicativa, quasi profetica.
Più ecologiche, sul serio
L’aumento della popolarità delle consegne via drone ha spinto i ricercatori della Carnegie Mellon University a misurarne consumo energetico ed emissioni. Per farlo, hanno impiegato piccoli droni quadricotteri con pacchi dal peso non superiore a mezzo chilo inviandoli in centinaia di voli ed altrettante consegne simulate.
I quadricotteri sono stati usati a distanze variabili e a velocità comprese tra 14 e 40 chilometri orari. Analizzando i circa 200 voli di consegna dei droni, i ricercatori hanno poi calcolato la quantità di energia usata e le emissioni di gas serra a seconda della provenienza dell’elettricità che alimentava le batterie.
Risultati dei test? I droni sono ordini di grandezza più ecologici dei camion e dei furgoni diesel. Persino dei veicoli elettrici. L’unico veicolo che ha consumato meno energia a parità di consegne rispetto ai droni è stata la bicicletta elettrica.
“Mostriamo l’impatto della velocità di crociera e della massa del carico utile sull’autonomia del drone, forniamo coefficienti generalizzabili per stimare il consumo energetico dei droni e dimostriamo che l’energia per pacco consegnato dai droni può essere fino al 94% inferiore rispetto alle modalità di trasporto convenzionali”, hanno osservato i ricercatori nel loro studio pubblicato sulla rivista Patterns (ve lo linko qui).
E ora, qualche limite pratico
L’ho detto e lo ribadisco, i droni avranno un ruolo nel futuro delle consegne, ma anche se sono molto più ecologici della maggior parte delle altre opzioni hanno i loro limiti pratici.
Non possono aprire le cassette della posta. Atterrando nei cortili devono fronteggiare ostacoli e cani ficcanaso. E a conti fatti, la consegna di un solo (piccolo) pacco alla volta non è la cosa più efficiente del mondo.
In attesa che droni più robusti e software intelligenti permettano consegne ancora più efficienti, però, ha già senso compensare emissioni sui piccoli pacchi.