Molti metalli preziosi come l’oro, l’argento, il litio e l’uranio sono fondamentali per l’alta tecnologia e l’industria moderna. Tuttavia, le riserve minerarie terrestri di questi metalli sono generalmente molto limitate o soffrono di alti costi di estrazione.
Ad oggi, poiché la maggior parte di questi preziosi ioni metallici si trova nell’oceano, gli adsorbenti a basso costo e ad alta efficienza sono la chiave per lo sviluppo dell’estrazione di questi metalli dall’acqua di mare.
Cosa sono le nanofibrille?
Le nanofibrille sono delle piccolissime fibre di dimensioni nanometriche che possono essere costituite da diversi materiali e assolvere a diverse funzioni. Sono composte da sostanze naturali, non sintetiche, come ad esempio la cellulosa. Le nanofibrille di cellulosa sono, infatti, le più discusse al giorno d’oggi, in quanto presentano una serie di vantaggi. Tali fibrille hanno un basso costo di produzione ed un’ottima biodegradabilità, unite ad una grande resistenza e rigidità. Inoltre, sono sostanze non-tossiche, con elevato grado di assorbimento quando vengono usate come base per aerogels e schiume.
In aggiunta a queste proprietà uniche, la nanocellulosa può essere prodotta in grandi quantità e può essere facilmente funzionalizzata per svolgere diverse funzioni grazie alla presenza di molti gruppi idrossilici lungo la catena.
Metalli preziosi dall’acqua: lo studio
Un gruppo di ricerca guidato dal Prof. Li Chaoxu del Qingdao Institute of Bioenergy and Bioprocess Technology (QIBEBT) dell’Accademia cinese delle scienze (CAS), ha rivelato che le nanofibrille biologiche da loro realizzate possono estrarre efficacemente preziosi elementi metallici dall’acqua. I risultati sono stati pubblicati su ACS Nano il 15 agosto.
“Questo studio non solo fornisce un approccio in situ alla produzione di nanomateriali biologici, ma offre anche una via sostenibile per l’estrazione ad alta efficienza dell’uranio acquoso”, ha dichiarato il Prof. LI Mingjie, uno degli autori corrispondenti dello studio.
Nella revisione pubblicata su Exploration l’11 luglio, i ricercatori hanno riferito che i gruppi funzionali (ad esempio, carbossile, ammino, fosfonato e idrossile) delle nanofibrille biologiche hanno permesso la riduzione chimica e la cattura di ioni di metalli nobili (ad esempio, oro, argento e platino) dall’acqua, fornendo una via verde e sostenibile per il recupero dei metalli nobili.
Ulteriori sviluppi sapranno dirci se le nanofibrille costituiscono il futuro dell’estrazione mineraria dei metalli preziosi e se questo futuro potrà essere più sostenibile.