Gusci di granchio e zinco sono stati utilizzati per creare una nuova batteria biodegradabile e riciclabile al 100%. La batteria, sicura, duratura ed ecologica, può essere ricaricata almeno 1.000 volte ed è ideale per immagazzinare energia eolica e solare per la rete elettrica.
Oggi, lo sapete, la tecnologia più usata per accumulare energia da rinnovabili è quella basata sugli ioni di litio. Vi ho già parlato di come stia diventando complessa questa filiera: oggi, il boom di veicoli elettrici l’ha messa ancor più a dura prova.
Senza contare quelle già prodotte e commercializzate: non è facile riciclarle a fine vita, per cui la maggior parte di quelle prodotte entro il 2030 (parliamo di 15 milioni di tonnellate) finiranno nelle discariche.
Una batteria al ‘guscio di granchio’?
I ricercatori dell’Università del Maryland e dell’Università di Houston si sono posti l’obiettivo di creare una batteria più sostenibile e hanno scelto la chimica delle batterie zinco-metallo, già in lavorazione da anni da parte del loro team.
Lo zinco è molto più abbondante del litio nella crosta terrestre, per questo le batterie agli ioni di zinco sono più economiche. Ma le batterie tradizionali, costituite da anodi di zinco, catodi di ossido di metallo ed elettroliti a base d’acqua, soffrono di una distribuzione irregolare dello zinco sulla superficie dell’elettrodo, il che le rende pericolose e di breve durata.
I ricercatori hanno sviluppato un gel elettrolitico biodegradabile a partire dalla chitina, una proteina che costituisce il guscio duro dei crostacei: granchio, aragosta, gambero, ce n’è in quantità. Solitamente, la chitina viene buttata via come sottoprodotto dell’industria alimentare.
Combinandola con lo zinco, i ricercatori hanno creato un ottimo elettrolita. La batteria, riportata sulla rivista Matter , ha mantenuto un’efficienza del 99,7% su 1.000 cicli durante il funzionamento ad alta densità di corrente.
Si può riciclare (quasi tutta)
Due terzi della batteria sono biodegradabili, il che la rende molto rispettosa dell’ambiente. Sia l’elettrolita chitosano che il materiale catodico si biodegradano nel suolo in pochi mesi, e lo zinco rimasto può essere riciclato.
“In futuro, spero che tutti i componenti delle batterie siano biodegradabili”, dice Liangbing Hu, scienziato dei materiali e tra gli autori dello studio, che vi linko qui.
Una volta tanto, dire “abbiamo preso un granchio” equivale a buone notizie.