Insetti cyborg? Fino a ieri l’avrei detta poco più che una fantasia cinematografica. Ora un team di ricerca del RIKEN Cluster for Pioneering Research (CPR) in Giappone sembrano aver trasformato tutto in realtà.
Secondo uno studio pubblicato su Nature (ve lo linko qui per tutti i dettagli), gli scienziati giapponesi hanno progettato un sistema per creare scarafaggi cyborg telecomandati attraverso un minuscolo modulo di controllo wireless. È un progetto multidisciplinare davvero ambizioso, che richiede un’ampia gamma di conoscenze, tra cui ingegneria elettrica, ingegneria meccanica e biologia.
Il metodo utilizza l’energia di una batteria ricaricabile collegata a una cella solare. “L’insetto cyborg ricaricabile indossa un modulo a celle solari organiche ultramorbide che non compromette le sue capacità di movimento di base”, hanno affermato i ricercatori.
La svolta in una cella solare
La chiave del nuovo sistema sembra proprio nel meccanismo di raccolta dell’energia. Il modulo a celle solari organiche ultrasottili montato su questi scarafaggi, infatti, raggiunge una potenza di 17,2 mW. È più di 50 volte maggiore di quanto gli attuali dispositivi di raccolta di energia possano ottenere su esperimenti simili che coinvolgono insetti.
“Il modulo solare, sistemato sul dorso dell’insetto, è spesso appena 0,004 millimetri” fa sapere Kenjiro Fukuda, ricercatore senior presso RIKEN.
Scarafaggi “iron man” in missione per conto dell’uomo
Questi scarafaggi “con l’armatura” sono pensati per compiti precisi: esplorare luoghi pericolosi, monitorare l’ambiente, partecipare ad operazioni di salvataggio. Per essere efficaci, però, gli operatori devono poterli controllare per periodi di tempo sufficienti: come fare, considerata la durata relativa di una batteria?
I ricercatori hanno deciso che la risposta migliore era dotarli di una cella solare in grado di garantire una carica continua della batteria. Un buon passo avanti di un lungo cammino: da tempo diversi laboratori di ricerca studiano come sviluppare e impiegare “plotoni” di insetti controllati a distanza. Già oggi si utilizzano mosche “modificate” per il monitoraggio ambientale: la possibilità di poterle controllare aumenterebbe a dismisura le loro potenzialità.
Nel 2021, la Nanyang Technological University di Singapore ha impiantato elettrodi in speciali organi sensoriali sul lato di scarafaggi, che attraverso un collegamento fisico permettevano di “guidarli”. Il meccanismo, ancora primitivo, era paragonabile a quello che consente di guidare un cavallo: al posto delle briglie, deboli scariche elettriche. Come dicono i ragazzi? Creepy?
Nel 2020 è stata la volta delle locuste, con un sistema olfattivo riprogettato per rivelare bombe o armi biologiche.
A piccoli passi (letteralmente, visto le zampettine di questi giovanotti) ci avviciniamo ad “arruolare” anche gli insetti.