Per la prima volta, un unico modello di apprendimento automatico ha iniziato ad imparare a guidare due tipi di veicoli totalmente diversi: un’autovettura e un furgone per le consegne. A creare questa intelligenza artificiale è stata Wayve, una startup londinese.
Perchè è importante
Meno di un anno fa, Wayve ha dimostrato di poter usare “l’addestramento” di una intelligenza artificiale sulle strade di Londra, e usarlo per guidare auto anche in altre quattro città inglesi. Poco tempo fa questo obiettivo avrebbe richiesto molto tempo e molta fatica.
E si avvicina al comportamento umano: dopotutto, imparare a guidare prescinde dal luogo. Guidi nella tua città, poi vai in un’altra città (magari prendi un’auto a noleggio) e puoi guidare comunque, no? L’ho fatta semplice, ma in sostanza la notizia è che questa tecnologia si trova molto, molto avanti rispetto agli attuali player come Tesla, Waymo ed altri.
Una nuova generazione che sa imparare a guidare
La differenza tra Wayve e le altre è nell’approccio. Si tratta di un’azienda molto più piccola rispetto ai suoi concorrenti meglio finanziati. Ma fa parte di una nuova generazione di startup, che qualcuno chiama “AV2.0”, che sta abbandonando la mentalità robotica abbracciata dalla prima ondata di aziende che sviluppano veicoli autonomi.
Fino a poco tempo fa, l’approccio era basato su mappe 3D super dettagliate e moduli separati per il rilevamento e la pianificazione. Waywe si affida interamente all’intelligenza artificiale per guidare i veicoli. In altri termini, l’auto ha dei suoi criteri per imparare a guidare, e si adatta senza dover ricorrere a mappe. Impara, interpreta, mette in pratica.
Addestrare e far guidare più veicoli diversi, anche contemporaneamente
L’approccio iniziale ai veicoli autonomi ha portato in giro pochi prototipi, con grande fatica e costo. Non so se la cosa si diffonderà in questi termini. Wayve e le altre startup di nuova generazione vogliono ripetere con le auto ciò che il deep learning ha fatto per l’elaborazione del linguaggio naturale.
I veicoli Wayve sono dotati degli stessi sensori di auto simili, ma posizionati più in alto e con diverse angolazioni. E la prima differenza salta all’occhio: con questo approccio, è l’intelligenza artificiale a gestire tutto. Se posiziono questi sensori su un’auto piccola, l’AI calcola la differenza di angolazione e “impara” a gestire le diverse dimensioni di un veicolo. Metto questi sensori in un TIR? L’AI si adatta al TIR. E si adatta a tutto: dimensioni, massa, tempo di frenata, angolo di sterzata.
In altri termini: come un essere umano cambia modalità a seconda del tipo di veicolo che guida. “Comprende” di essere su un altro veicolo, e sa imparare a guidare di conseguenza. Questo comporta diverse conseguenze.
Come funziona questo modello di intelligenza artificiale
Il modello di intelligenza artificiale di Wayve, Ghost e altre startup di nuova generazione viene addestrato utilizzando una combinazione di apprendimento per rinforzo (in cui apprende per tentativi ed errori) e apprendimento per imitazione (in cui copia le azioni dei conducenti umani). Ci sono volute migliaia di ore di dati di guida per addestrare il modello a guidare un’auto. Subito dopo, l’intelligenza artificiale è stata “messa a guidare” un furgone. Risultato? Solo 80 ore. Ed è migliorata anche nel guidare l’auto di prima.
“Mi sentivo un po’ spaventata durante la prima corsa del furgone,” ammette Naomi Standard, l’operatrice Wayve che era seduta al posto di guida, senza guidare. “Mi sentivo come un’istruttrice di scuola guida con uno studente alle prime armi”. Il furgone però ha affrontato bene le strade strette di Londra, procedendo correttamente attraverso lavori stradali, passaggi pedonali, auto parcheggiate in doppia fila e altri ostacoli.
Immaginate ora ciò che accadrà tra poco. Queste AI saranno sistemate su 20, 30 tipologie diverse di veicoli, “re-imparando” a guidare su ciascuno di loro in modo leggermente diverso. E mettendo insieme queste modalità, ricavare un “modello generale” di guida.
Il futuro: imparare a guidare
Ghost vuole realizzare veicoli di consumo che possano guidare da soli sulle autostrade; Wayve vuole essere la prima azienda a mettere auto senza conducente in 100 città.
Entrambe, contribuiranno ad un possibile futuro integrato. Un servizio di intelligenza artificiale cui il nostro veicolo autonomo sarà già iscritto (un po’ come uno smartphone è dotato di un sistema android): un’intelligenza artificiale che guiderà contemporaneamente molti veicoli, regolando il loro comportamento in modo da garantire una perfetta sicurezza.
L’intelligenza artificiale avanzata creerà uno standar, un unico “cervello” che avrà il controllo di tutto ciò che marcia su strada: aspettiamoci tempi lunghi per questo, ovviamente. Non per ragioni tecniche, però. Per ragioni etiche ed umane. Un sistema simile, infatti, presuppone l’esistenza di strade dove nessun veicolo “umano” possa circolare. Un dettaglio non trascurabile.
Almeno per il momento.