Lo dico da sempre: il tempo siamo noi che passiamo. E il bello del futuro è che arriva un giorno per volta. Belle parole, ma se ci pensiamo le cose corrono in modo vertiginoso. Dove ci porteranno questi cambiamenti, specie nella tecnologia ai tempi dell’intelligenza artificiale? In attesa che inventino il viaggio nel tempo, provo a ipotizzare.
Andiamo avanti veloce fino al 2050, poi guardiamoci indietro e vediamo che cosa è successo. Vi va? Bene. Per quei due che stanno ancora leggendo l’articolo: era una falsa partenza, prima serve fare un piccolo passo indietro.
Viaggio nel tempo, si parte dal passato (recente). Come siamo arrivati fin qui
Il nostro piccolo viaggio nel tempo inizia nel passato, perchè bisogna sempre contestualizzare. Non andiamo molto lontano, però.
2000 – Facciamo che il racconto parta da qui. Sembra ieri, ma per farvi capire, all’inizio di questo secolo c’erano in giro PC grandi come scatoloni, noleggiavamo i film anche in VHS da Blockbuster, per orientarci compravamo mappe di carta e… devo continuare? Pensate a cosa è successo in 22 anni. Nei prossimi 28 ci saranno mutamenti ancora più rapidi.
2022 – Oggi, l’intelligenza artificiale realizza immagini e i primi video, crea musica, rivoluziona il cinema, interpreta il linguaggio, aiuta i designer e, in sintesi, prova a fare alcune cose che facciamo noi, ma in modo diverso. I robot aspirano a diventare compagni di strada e di lavoro. E uno di loro (Sophia) ha perfino preso la cittadinanza :)
Come sempre, prima di portare il nostro viaggio nel tempo in lidi ignoti, vi dico un’ovvietà.
Nessuno conosce il futuro. Sono tanti i fattori, micro o macro, che potrebbero cambiare questa traiettoria. Una guerra mondiale, una pandemia, mutamenti sociali che oggi non immaginiamo, o disastri climatici. Ancora: può anche darsi che andrà tutto secondo queste previsioni, ma non sarà per tutti, e le nuove tecnologie saranno sfruttate solo dai più ricchi.
Ad ogni modo, si parte. Caro 2050, dicci cosa è cambiato in alcuni settori chiave.
Assistenza sanitaria: genomica e predittiva
Nei prossimi 28 anni passeremo da un’assistenza sanitaria basata su categorie come età, peso e sesso a un nuovo mondo di cure personalizzate, che partono dal sequenziamento del genoma di un individuo. I segni di questo passaggio sono già iniziati, e si diffonderanno con il miglioramento della tecnologia.
I sistemi sanitari arriveranno ad essere predittivi, naturalmente dopo che sempre più persone saranno state in qualche modo (spero volontariamente) sequenziate per “istruire” gli algoritmi.
Avremo consapevolezze oggi impensabili sul nostro corpo, sul nostro fisico. Ognuno di noi possiederà, se vuole, un piccolo manuale di istruzioni su come funziona il proprio personale organismo.
L’AI tratterà e, in molti casi, rimuoverà malattie fisiche e neurologiche come l’Alzheimer e il Parkinson, e anche diversi difetti alla nascita, probabilmente le lesioni del midollo spinale, nonché cecità e sordità. Entro il 2050 la nostra mente dirigerà protesi robotiche più resistenti e avanzate di quelle biologiche.
Nel campo della diagnostica, il viaggio nel tempo ci mostra che l’AI sarà in grado di fare tutto. Dalla conduzione dell’esame iniziale alla somministrazione di test, dall’esecuzione di radiografie e TAC alla formulazione di una diagnosi preliminare. Se lo permetteremo (e se sarà sicuro) perfino la somministrazione di cure. La maggior parte delle visite mediche sarà probabilmente condotta in videoconferenza, con dispositivi indossabili (o robot) come assistenti “in presenza”.
Diversi interventi anche complessi saranno eseguiti direttamente da remoto. Soprattutto, nuove generazioni di medici avranno un atteggiamento molto più aperto e consapevole nei confronti degli algoritmi: sarà quello il vero passaggio all’era della medicina genomica e predittiva.
Calcolo quantistico
Come sapete, oggi viviamo ancora tra bit e byte, ma qualcosa ci fa capire che questa situazione si avvia al tramonto. L’informatica quantistica promette di essere la via del futuro.
I qubit, che possono essere qualsiasi frazione dello stato da 0 a 1, potranno costituire un’informatica completamente nuova. I primi test hanno rivelato un aumento sostanziale ed esponenziale dei calcoli, che vengono anche eseguiti contemporaneamente.
La ricerca negli enormi set di dati necessari ad “allenare” un’intelligenza artificiale sarà possibile solo con il calcolo quantistico.
Trasporti
La popolazione in aumento del 2050 (prima di un calo previsto nella seconda metà del secolo) lavorerà principalmente da casa, eppure avrà sempre bisogno di trasporti. Tutti i colossi tecnologici avranno tecnologie o servizi legati alla guida autonoma.
Oggi questa guida autonoma è di livello due: le auto sono in grado di controllare lo sterzo, l’accelerazione e la frenata. Alla fine di questo viaggio nel tempo ci ritroveremo con auto di livello 6, che fanno tutto da sole. Questo passaggio non sarà limitato alle strade, peraltro: passeggeri e merci si muoveranno anche attraverso droni automatici.
Il Metaverso
Questa è una parola che all’amico Marco Camisani Calzolari fa storcere il naso. Più che altro, semplicemente lui sostiene che il metaverso non esista. Il fatto è che al momento ha ragione, e forse ce l’avrà anche domani. Tuttavia, un fenomeno che vede investimenti così ingenti merita più di una riflessione, e più di una speculazione sul suo possibile tragitto.
Se la tecnologia si svilupperà ai tassi attuali e nelle intenzioni dei “promotori” del Metaverso, Zuckerberg incluso, entro il 2050 sarà impossibile distinguere tra una persona reale virtualizzata e un avatar basato sull’intelligenza artificiale. Gli avatar saranno comuni come oggi lo sono i telefoni cellulari.
Via via che le funzioni del metaverso (o “solo” di VR e AR, ok Marco?) si espanderanno, le attività possibili saranno spettacolari. Potremo “visitare” in modi sempre più immersivi il nostro pianeta, e forse anche altri (reali e non).
Una vita parallela più coinvolgente, e si spera meno alienante di quella digitale si affaccerà ai nostri occhi. Certo, sarà una realtà molto confusa. Si sovrapporrà letteralmente alla quotidianità, e sarà dura non perdercisi.
Lavoro
Lo avreste detto? Il viaggio nel tempo fino al 2050 “dice” che l’impatto più significativo dell’AI sarà sul nostro modo di lavorare. Ovunque. I lavori amministrativi, di vendita, di ristorazione, di trasporto e di produzione, saranno stravolti.
Sarà necessaria una quota di lavoro fisico estremamente inferiore per mantenere quella che oggi chiameremmo una “vita di base”. Oggi vediamo muovere i primi passi di una intelligenza artificiale “generale”, che sarà capace di comprendere o apprendere quasi qualsiasi lavoro intellettuale o meccanico che può fare un essere umano.
L’AI potrà identificare fatti rilevanti, prendere decisioni ed eseguire. Starà a noi capire se vogliamo permetterglielo imparando a gestirla, magari integrando altri tipi di strumenti. Oppure, se vorremo vivere ancora con la logica di “padrone e dipendente”, continuando a farci gestire la vita.
Fine del viaggio nel tempo
Uff! Questa corsa ubriacante può lasciare storditi. Ogni aspetto (più altri che ho tralasciato) meriterebbe un libro a parte, e non è detto che un giorno non ne venga fuori qualcuno :) Al momento posso dire che (ricordate sempre la premessa) entro il 2050 l’Intelligenza artificiale sarà completamente intrecciata con la nostra vita.