La società di ricerca francese OpinionWay ha condotto un’indagine sul consumo di carne per conto del Good Food Institute (GFI), intervistando più di 4.000 adulti in Francia, Germania, Italia e Spagna.
I partecipanti hanno fornito informazioni sui loro consumi, sulle abitudini e sulle motivazioni di acquisto e hanno espresso la loro opinione sui sostituti della carne di origine vegetale.
Le risposte, eclatanti, mostrano che quasi il 60% degli intervistati (57% di media) ha ridotto il consumo di carne negli ultimi cinque anni.
Inoltre, una media del 23% degli intervistati ha smesso proprio di mangiarne.
Cosa sta abbattendo il consumo di carne?
Le preoccupazioni ambientali, il benessere degli animali e la salute sono le ragioni più citate che inducono gli europei a ridurre il consumo di carne.
La Germania ha dato la priorità al benessere degli animali: il 38% dei partecipanti ha dichiarato che questa è la motivazione che li spinge a diventare più vegetariani. Un dato in linea con le premesse: il 41% dei tedeschi mangia anche alternative vegane ogni mese.
Sia l’Italia che la Spagna hanno messo la salute personale in cima alla lista delle ragioni per mangiare meno carne. Il 50% dei consumatori italiani e il 47% di quelli spagnoli sceglie proteine vegetali ogni mese.
I francesi (39%) sembrano i più preoccupati per i costi della carne animale. Solo un consumatore francese su quattro (27%) consuma ogni mese sostituti vegani.
A parte le diverse ragioni, tutti hanno presentato una costante sottotraccia: la tutela dell’ambiente.
Come la carne contribuisce alla crisi climatica
Gli allevamenti sempre più intensivi sono tra i fattori chiave dell’emergenza climatica. La maggior causa di deforestazione a livello globale è la produzione di carne. Ettari ed ettari di boschi abbattuti o bruciati per far posto a pascoli o coltivazione di piante destinate al consumo animale.
Meno alberi uguale meno carbonio. E quindi più emissioni.
L’allevamento di animali per la produzione di carne e latticini è responsabile di almeno il 14,5% di tutte le emissioni di gas serra create dall’uomo. La carne, nello specifico, è responsabile di quasi il 60% di tutte le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione alimentare.
I più sensibili al problema? Gli italiani, con oltre il 75% degli intervistati che si auspica di ridurre il consumo di carne.
Carne coltivata: un compromesso possibile?
Lungi da me l’idea di banchettare con gli insetti (è più forte di me, dubito di potercela fare), ritengo la carne coltivata un’opzione rispettosa del clima, degli animali e anche dei consumatori.
Ne parlo da tempo con editoriali, notizie, interviste ad attivisti e addetti ai lavori: se sul piano normativo solo Singapore ne ha già approvato l’uso (in Europa arriverà a metà 2024), sul piano pratico la vera chiave è l’opinione pubblica.
E questa, almeno in Europa, è ancora frammentata. Oltre il 50% degli intervistati ne ha già sentito parlare, ma non tutti sanno cosa sia il consumo di carne coltivata. Ai due estremi, Spagna (il 68% dei partecipanti è favorevole) e Francia (appena il 38%).