In un nuovo studio, l’80% dei topi affetti da tumore al pancreas ha visto scomparire completamente il proprio tumore dopo il trattamento con una nuova terapia a base di “gel radioattivo”. Un risultato riscontrato anche in tumori difficili da trattare.
Il nuovo approccio, che combina i tradizionali farmaci chemioterapici con un nuovo metodo per irradiare il tumore, è il trattamento più efficace per il cancro del pancreas mai registrato nei test sui modelli murini.
Pensiamo che la radiazione costante consenta ai farmaci di interagire in modo più forte di quanto consenta la terapia attuale. Questo nuovo approccio potrebbe funzionare meglio anche per molti altri tumori.
Jeff Schaal, primo autore della ricerca, Duke University
Una radioterapia “dall’interno”
Nei test fatti fino ad ora sui topi, già arrestare la crescita di un tumore era considerato un ottimo risultato. Questo nuovo approccio non fornisce radiazioni dall’esterno, che passano attraverso i tessuti sani. “Recapita” direttamente iodio radioattivo nel tumore, all’interno di un involucro gelatinoso che protegge i tessuti sani e viene assorbito dal corpo dopo che la radiazione si attenua.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Biomedical Engineering (ve lo linko qui).
“Abbiamo fatto una full immersion nei paper di oltre 1.100 trattamenti. Non abbiamo mai trovato risultati in cui i tumori si sono ridotti e sono scomparsi come in questo caso”, dice Jeff Schaal, che ha condotto la ricerca nel laboratorio di Ashutosh Chilkoti, professore di biomedicina ingegneria alla Duke University. “Ecco perchè abbiamo capito di avere qualcosa di estremamente interessante”.
Cancro al pancreas, nemico da abbattere
Nonostante rappresenti solo il 3,2% di tutti i casi di cancro, il cancro del pancreas è la terza causa di morte per questa malattia. È molto difficile da trattare perché tende a sviluppare mutazioni genetiche aggressive che lo rendono resistente a molti farmaci. Non solo: in genere viene diagnosticato molto tardi, quando si è già diffuso in altri punti dell’organismo.
L’attuale trattamento di punta combina la chemioterapia, che mantiene le cellule in uno stadio di riproduzione vulnerabile alle radiazioni per periodi di tempo più lunghi, con radiazioni mirate.
Questo approccio, tuttavia, è inefficace a meno che una certa soglia di radiazioni non raggiunga il tumore. E nonostante i recenti progressi nella modellazione e nel targeting dei fasci di radiazioni, tale soglia è molto difficile da raggiungere senza rischiare gravi effetti collaterali.
Un altro metodo prevede l’impianto di un campione radioattivo racchiuso in un involucro di titanio e posizionato direttamente all’interno del tumore. Purtroppo però il titanio blocca tutte le radiazioni diverse dai raggi gamma, e l’impianto può rimanere all’interno del corpo solo per un breve periodo prima che il danno ai tessuti circostanti inizi a vanificare lo scopo.
“Non esiste un buon modo per curare il cancro al pancreas in questo momento”, afferma Schaal. Speriamo che esisterà, però.
Come funziona il gel “radioattivo”
Per aggirare i problemi legati alle terapie attuali, Schaal ha deciso di provare un metodo di impianto che usa una sostanza composta da polipeptidi simili all’elastina (ELP). In sintesi, una sostanza simile al gel con proprietà personalizzate.
A temperatura ambiente, gli ELP esistono allo stato liquido: ma formano una sostanza gelatinosa stabile all’interno del corpo umano, che è più caldo. Quando vengono iniettati in un tumore insieme a un elemento radioattivo, gli ELP formano un piccolo deposito che racchiude atomi radioattivi. In questo caso, i ricercatori hanno deciso di usare lo iodio-131, un isotopo radioattivo dello iodio, perché impiegato nei trattamenti medici da decenni: i suoi effetti biologici sono ben noti.
Il gel racchiude lo iodio-131 e ne impedisce la fuoriuscita nel corpo, depositando quasi tutta la sua energia nel tumore senza raggiungere il tessuto circostante. Nel tempo, il gel si degrada e viene assorbito dall’organismo, ma non prima che lo iodio-131 sia decaduto in una forma innocua di xeno.
Nello studio, Schaal e colleghi hanno testato questo nuovo trattamento insieme al paclitaxel, un farmaco chemioterapico comunemente usato, per il trattamento di vari modelli murini di cancro al pancreas. Nel complesso, i test hanno visto un tasso di risposta del 100% in tutti i modelli, con i tumori completamente eliminati in tre quarti dei modelli circa l’80% delle volte. I test inoltre non hanno rivelato effetti collaterali immediatamente evidenti oltre a quelli causati dalla sola chemioterapia.
Gel radioattivo, i prossimi passi
L’approccio basato sul gel radioattivo è ancora nelle sue prime fasi precliniche e non sarà presto disponibile per l’uso umano. Il prossimo passo è testarlo sugli animali più grandi: in caso di successo, seguirà una sperimentazione clinica di Fase 1 sugli esseri umani.
“Il mio laboratorio lavora allo sviluppo di nuovi trattamenti contro il cancro da quasi 20 anni, e questo lavoro è forse il più eccitante che abbiamo svolto in termini di potenziale impatto,” dice il prof. Chilkoti.
Ancora una volta, sempre, restiamo in attesa della svolta.