Qualche tempo fa è uscito un post su 10 incredibili previsioni del futuro di scienziati e scrittori. Mancava quella di Jules Verne, che nel suo romanzo “L’isola misteriosa” del 1874, scrisse: “Un giorno l’acqua sarà usata come combustibile. Le molecole di idrogeno e ossigeno che la compongono possono fornire una scorta infinita di energia e luce, più di quanto possa mai fare il carbone. E quando le riserve di carbone saranno esaurite, useremo l’acqua per riscaldarci”.
Vi rendete conto di quanto tempo sia passato? Un secolo e mezzo e siamo ancora qui, con i combustibili fossili (che però sono, pare, in dirittura d’arrivo). Contribuirà il mastodontico progetto di gasdotto “ibrido” sviluppato da Portogallo, Spagna e Francia?
BarMar: dai fossili all’idrogeno
I governi di Spagna, Portogallo e Francia costruiranno il cosiddetto BarMar, un gasdotto che va da Barcellona a Marsiglia. Si tratta di un sostituto del progetto iniziale, MidCat, un gasdotto destinato ad attraversare la Francia per fornire gas ai paesi del nord. Dopo il cambio di rotta da parte francese, è nato un nuovo accordo a tre per la creazione di un gasdotto che trasporterà in una prima fase del normale gas fossile, ma poi passerà a trasportare idrogeno. La fine dei lavori è prevista non prima del 2026, ma fonti francesi dicono che potrebbe essere necessario arrivare al 2030.
L’idrogeno può ancora rivoluzionare il mondo dell’energia: è un gas non inquinante, e questo lo rende un elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico, perchè il suo potenziale di riduzione delle emissioni di CO₂ potrebbe fare una grande differenza. Tuttavia, va trasformato in una forma utilizzabile prima di poterne estrarre energia. E il suo attuale processo di generazione potrebbe richiedere uno sforzo maggiore rispetto a quello che la sua combustione offre in cambio.
Tutti i colori dell’idrogeno
L’idrogeno può essere ottenuto in diversi modi e rientra in diverse categorie:
- L’idrogeno grigio, prodotto dalla reazione di gas naturale e vapore acqueo, costituisce la maggior parte dell’idrogeno attualmente esistente. Il principale svantaggio dell’utilizzo dell’idrogeno grigio è l’emissione di CO₂ nell’atmosfera al momento della produzione: questo annulla qualsiasi beneficio ambientale.
- L’idrogeno blu si ottiene come l’idrogeno grigio ma la CO₂ prodotta viene poi catturata.
- L’idrogeno verde o idrogeno a basse emissioni si ottiene per elettrolisi dell’acqua, cioè scomponendo la molecola d’acqua con elettricità rinnovabile.
I colori verde e blu sono gli unici che soddisfano i requisiti di basse emissioni. Tuttavia, nella tavolozza dell’idrogeno sono inclusi anche altri colori, come l’idrogeno rosa, prodotto dall’elettrolisi dell’acqua proveniente dall’energia nucleare, o l’idrogeno oro, creato utilizzando rifiuti organici con cattura di CO₂.
Un gasdotto per dare il via a tutto
Una volta prodotto, l’idrogeno va trasportato nel luogo in cui verrà consumato. Idealmente, la sua produzione dovrebbe essere localizzata il più vicino possibile a dove verrà usato, ma non è sempre possibile. Per questo, su brevi distanze l’idrogeno viene trasportato un po’ come il butano: in recipienti a pressione trasportati su camion.
Per distanze maggiori è più efficiente disporre di un gasdotto, anzi: una rete di gasdotti. A breve termine, sarà possibile sfruttare l’attuale rete di distribuzione del gas naturale esistente (con un processo noto come blending). Tuttavia, per trasportare gas con elevate concentrazioni di idrogeno, le condutture di un gasdotto andranno modificate.
Non è tutto: la bassa densità dell’idrogeno rende necessario il doppio del numero di stazioni di compressione del gas: quindi la distanza tra le stazioni di compressione sarebbe la metà di quella per il gas naturale.
Gasdotto BarMar: grandi domande per Spagna e Portogallo
Il fatto che il gasdotto BarMar possa alla fine essere utilizzato per trasportare l’idrogeno dipende da molteplici fattori. In un certo senso, si potrebbe paragonare un gasdotto come questo ad un cavo elettrico: una infrastruttura creata per trasportare energia generata da un’altra fonte.
Questo gasdotto dell’idrogeno funzionerebbe quindi come vettore per esportare le energie rinnovabili create nella penisola: energia solare ed eolica. Pertanto, BarMar avrà davvero senso solo se Spagna e Portogallo sono in grado di produrre abbastanza idrogeno rinnovabile per soddisfare la domanda interna e avere un surplus da esportare in Francia.
Aumentare la produzione di idrogeno significa aumentare la produzione di elettricità: questo significa a sua volta più linee elettriche ad alta tensione per trasportarla. Non bastano gli impianti esistenti: servono più impianti solari, più turbine eoliche e forse anche più nucleare.
Ed è subito Nimby
Le necessità che ho elencato rendono complesso il progetto: a parte la sua fattibilità tecnica, il timore maggiore è l’impopolarità presso i cittadini portoghesi, spagnoli e francesi. Se il progetto di questo gasdotto sarà davvero parte di una robusta accelerazione sulle rinnovabili, ci sarà un futuro anche per l’idrogeno.
In caso contrario, sarà semplicemente una sostituzione del MidCat, quell’oleodotto che i francesi (compatrioti di Jules Verne, per chiudere il cerchio) non hanno mai voluto.