Le civiltà aliene potrebbero essersi lentamente spazzate via da sole, o essere state fatte fuori da catastrofi climatiche sui loro pianeti. In un nuovo documento pubblicato sul web server di pre-stampa ArXiv (ve lo linko qui), un gruppo di scienziati della NASA ha analizzato la teoria del “Grande Filtro”, che postula che antiche civiltà aliene potrebbero essersi spazzate via prima di entrare in contatto con noi. Questo spiegherebbe il perchè al momento siamo soli nell’universo.
Il nuovo workshop funge da monito, e dipinge il quadro di un universo che ha ospitato molte civiltà, poche delle quali abbastanza longeve da diventare specie interplanetarie.
Il cambiamento climatico risolve il paradosso di Fermi?
La teoria del “Grande Filtro” mostra la prospettiva di come intere civiltà possano aver lentamente creato le condizioni che hanno portato alla loro stessa fine. Ed è, a tutti gli effetti, anche una possibile risposta non incompatibile con il Paradosso di Fermi (se la vita aliena intelligente è abbondante e diffusa, dove sono tutti? Se non siamo soli, perchè lo sembriamo così tanto?).
Mettiamo il caso, riflettono i ricercatori, che un disastro esistenziale ci prenda in pieno mentre la nostra società avanza verso l’esplorazione dello spazio. Saremmo spazzati via prima di poter incontrare un’altra civiltà. E questo può essere accaduto anche ad altre civiltà, ovunque. Più in generale, tantissime civiltà nel corso di milioni di anni, in tutto l’universo, hanno già fronteggiato qualsiasi minaccia esistenziale che affrontiamo sulla Terra (guerre nucleari, pandemie e altro) e per la quale potremmo soccombere.
Il Grande Filtro spiega perchè siamo soli
La teoria del Grande Filtro è stata proposta per la prima volta nel 1998 da Robin Hanson, un economista della George Mason University. In un saggio dell’ epoca, Hanson scrisse che “il fatto che il nostro universo sembri morto suggerisce che è molto, molto difficile che sorga una vita avanzata, esplosiva e duratura”. Hanson ha suggerito che molte civiltà aliene potrebbero essersi evolute fino a un punto prima di avere la tecnologia necessaria per espandersi al di fuori del mondo, solo per essere poi state spazzate via. Sorvolo sull’ottimismo (che peraltro di questi tempi sarebbe ingiustificato).
Nel loro nuovo documento, gli scienziati della NASA affermano che l’evoluzione è un imperativo per non soccombere al “Grande Filtro”. “La storia ha dimostrato che la competizione all’interno della specie e, cosa più importante, la collaborazione, ci ha portato verso le vette più alte dell’invenzione”, si legge nel documento, “Eppure, prolunghiamo nozioni che sembrano essere l’antitesi della crescita sostenibile a lungo termine. Razzismo, genocidi, iniquità e altro ancora”.
C’è chi dice no
Alcuni scienziati rigettano la teoria del Grande Filtro, perchè non tiene conto della nostra attuale capacità limitata di vedere il cosmo. In fondo, come dice l’astronomo Seth Shostak del SETI Institute, “abbiamo appena iniziato a cercare”. Qualsiasi teoria che parta da un presupposto come “siamo soli” è quantomeno prematura.
Certo, se consideriamo il nuovo studio come un monito, e come una conferma che solo la collaborazione umana può salvarci la vita, le sue conclusioni vanno abbracciate in toto. Siamo soli davvero, in altri termini, soltanto se non ci aiutiamo. Siamo soli davvero soltanto, per dirla con Quasimodo, se “sul cuor della terra” ognuno sta solo.