La maggior parte dei saggi o delle speculazioni su un possibile mondo futuro che vada oltre il sistema attuale (per lo più basato sul capitalismo) descrive forme di governo locali, decentralizzate e comprendenti una qualche forma di democrazia diretta.
E sono tanti. Sembrano quasi convergere tutti. Una “facile” previsione, quella di tanti esperti, o un diffuso wishful thinking, forse troppo ottimista? E se non andasse così?
Chi si è mosso per prima? Chi potrebbe farlo prima?
Se cerchiamo (con cura) alternative alle visioni utopistiche, non faticheremo troppo per trovarle. E non serve immaginare il futuro o osservare il presente: qualcuno ha già percorso ipotesi diverse su ciò che verrà dopo il capitalismo. Lo ha fatto senza scrivere saggi, ma operando nella realtà politica, sociale, economica.
Consideriamo il percorso di Singapore, passata in poco tempo dal terzo mondo al primo mondo sotto la guida di Lee Kuan Yew, con una assoluta posizione di avanguardia sull’alimentazione del futuro (leggi: fattorie verticali) e sulle energie alternative (con mega impianti alimentati dalle rinnovabili). La stessa Cina, con le sue dinamiche interne, ha “ibridato” il suo sistema politico, rendendolo una sorta di “capitalismo di stato”, in un tempo piuttosto breve.
Anche diverse nazioni arabe, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, stanno facendo passi significativi per modernizzare le loro società (con un andamento irregolare e diversi punti molto oscuri, va detto). Potrebbero oltrepassare in tutto o in parte il capitalismo e introdurre forme diverse di organizzazione? E come sarebbe?
La fine del capitalismo non implica necessariamente democrazia
Faccio un passo indietro all’inizio di questo post, per farmi una domanda: il gran numero di analisi sul post capitalismo “democratico” può dipendere dal fatto che esiste una natura intrinsecamente democratica o autoregolata in una società post-capitalista?
Non è scritto da nessuna parte. Lo stesso Marx ha parlato di una dittatura come meccanismo di transizione verso una eventuale estinzione dello stato.
Per questo, anche alla luce delle attuali “strettoie” geopolitiche, credo toccherà introdurre una variabile distopica in questa equazione.
Passi indietro su tutto il pianeta: il futuro sarà un autoritarismo “benevolo” (si fa per dire)?
La transizione da un sistema così pervasivo come quello attuale alla democrazia diretta è una cosa straordinaria, e richiederà tempo. Nello scorso decennio ci sono stati segnali confortanti, ma la tendenza attuale non è così buona.
Freedom House riporta un declino della democrazia in tutto il mondo che dura da 16 anni: tutto lascia supporre che il suo collasso non sia lontano. Forse a meno di 30 anni da qui.
Per questo, considerate le tendenze attuali, dobbiamo più che mai contemplare la possibilità di derive “globali” che vadano verso modelli più autoritari.
L’idea piace a pochi, e a me per nulla, ma penso sia necessario considerarlo come un futuro possibile.
Che ne pensate? Guardando avanti di pochi decenni, immaginate più democrazia diretta o più controllo dall’alto, politicamente ed economicamente?
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