Il governo cinese ha pubblicato un piano nazionale per lo sviluppo dell’industria della realtà virtuale, che include linee guida per promuovere la ricerca nella “simulazione degli odori”. A quanto pare, per Pechino è giunto il momento per la cosiddetta “Internet of Smell“, la internet degli odori che dovrebbe rendere tutto più immersivo (dipende dagli odori, secondo me).
Il piano, che vi linko qui, è (come dire?) tipicamente cinese. Fissa l’obiettivo di diffondere 25 milioni di dispositivi all’anno entro il 2025 e prevede la creazione di dieci parchi a tema VR in cui vengono esplorate le applicazioni. Prevede inoltre lo sviluppo di almeno 20 scenari in cui verrà utilizzata la realtà virtuale e 100 “casi pionieri” di applicazioni integrate.
Internet degli odori
Il piano, come accennavo, prevede anche un’ampia ricerca sulle tecnologie che contribuiscono a una realtà virtuale più immersiva. Tecnologie che comprendono “tracciamento di gesti, occhi, espressione facciale, movimenti del corpo. Campi sonori immersivi, rilevamento mioelettrico, internet degli odori” e altre.
Miglioramenti, ottimizzazioni e connessioni, si legge nel piano, che si gioverebbero della rete ultra veloce 5G. C’è perfino un’interfaccia cervello-computer, volta a promuovere “lo sviluppo dell’interazione sensoriale nella direzione della naturalizzazione, della situalizzazione e dell’intelligenza”. Non chiedetemi cosa significa, non credo di averlo capito completamente.
Piatto forte, però, odori a parte, è la creazione di una piattaforma VR aperta. Una struttura online che consenta collaborazione e simulazione tra più persone. A Mark Zuckerberg stanno fischiando le orecchie, e non è per i sonori ceffoni ricevuti da ex colleghi ed in borsa.
Realtà virtuale, paese reale
La società di analisi IDC ha stimato che le vendite globali di visori per la realtà virtuale hanno raggiunto 11,2 milioni di unità nel 2021, con la Cina che ne ha acquistati circa 500.000: diventeranno 50 milioni entro i prossimi 3 anni. Per intenderci, IDC ha registrato 13,5 milioni di smartphone pieghevoli nel 2021, e ha previsto che entro il 2026 ne saranno venduti 41,5 milioni. Sembra che il trend per la VR sia vicino ad un’esplosione tale da superare anche le cifre di vendita dei dispositivi che oggi sembrano più lanciati.
Certo, tra “metaversi” in salsa cinese, internet degli odori e altri piani, non sembra ancora vicina entro i prossimi 3 anni un’adozione di massa per queste tecnologie. Parliamo pur sempre di una popolazione da 1,4 miliardi di persone. Ai ritmi di crescita previsti, per avere un impatto significativo sulla società cinese la realtà virtuale dovrebbe attraversare almeno 20 anni di evoluzione. Per giunta in un periodo storico nel quale lo sviluppo dei microchip potrebbe diventare maledettamente difficile per il Celeste Impero.
La crescita di queste tecnologie però, si sa, è esponenziale. E se parliamo di sorprese, in giro di questi tempi si sentono odori di ogni genere.