Procede a gonfie vele il Progetto Greensands, l’iniziativa danese per raccogliere enormi quantità di carbonio in una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord, e sequestrarle pompandole in formazioni di arenaria che un tempo custodivano petrolio e gas.
Le cifre possono sembrare relativamente piccole (26 milioni di euro), ma si tratta della più grande sovvenzione singola mai erogata in tutta la storia della Danimarca. Ed è, in generale, un “progetto pilota” importante anche per il pianeta.
Una piattaforma petrolifera per catturare il carbonio nell’atmosfera
Greensands “riciclerà” la piattaforma petrolifera Nini A, a circa 200 km (120 miglia) al largo delle coste settentrionali della Danimarca. Invertirà il suo flusso: anziché “succhiare” petrolio dal sottosuolo, pomperà CO2 liquefatta a circa 1.800 m (1,1 miglia) sotto il fondo del mare.
Qui inizierà a riempire un giacimento di arenaria risalente al Paleocene e noto come Siri Field, che ha svolto un ottimo lavoro contenendo petrolio e gas negli ultimi 20 milioni di anni e che è stato identificato come un punto eccellente per il sequestro del carbonio.
Quali sono gli obiettivi?
La Danimarca prevede di iniziare entro il 2025 a sequestrare il carbonio ad un ritmo di 1,5 milioni di tonnellate all’anno, salendo progressivamente ad 8 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030.
Si tratta di oltre il 13% delle attuali emissioni note del paese. E considerate che una parte del processo (il trasporto in nave del carbonio verso la piattaforma petrolifera) non è ancora ad emissioni zero, per cui i risultati potranno migliorare ancora.
Sul sito web del progetto leggo che in questo “serbatoio” sotterraneo c’è abbastanza spazio in per immagazzinare tutto il carbonio che la Danimarca abbia mai creato nella sua storia, e anche di più. Per essere precisi, oltre 500 anni di emissioni (al ritmo dell’inquinamento attuale).
Una mossa intelligente: vero, serviranno viaggi quotidiani (andata e ritorno) di navi a 400 km (240 miglia) di distanza dalla costa, ma l’opportunità è enorme. Laggiù c’è già un bel buco da riempire, e una piattaforma petrolifera già pronta con trivelle e tutto.
Magari in futuro il progetto Greensands segnerà il destino di tante sue “colleghe”, e un giorno si chiameranno tutte “piattaforme ecologiche”.