Elbit Systems, azienda israeliana che sviluppa tecnologie militari, ha appena presentato un letale drone kamikaze autonomo chiamato Lanius.
Si tratta di un agile quadricottero con capacità di esplorazione, mappatura e classificazione dei bersagli basate sull’intelligenza artificiale. E soprattutto con la capacità di esplodere “all’incontro” col bersaglio, o quando richiesto.
Un cavaliere dell’Apocalisse nella guerra moderna
Il conflitto in Ucraina ha consacrato i droni come arma, ed è facile capire perché: sono economici, immediati da usare e sempre più intelligenti. Vengono impiegati ormai per tutto: “vedono” e mappano aree pericolose senza alcun rischio per il pilota, spesso agendo completamente inosservati, e uccidono con incredibile precisione.
Niente di bello, insomma. E il Lanius estremizza tutte queste caratteristiche.
Il drone kamikaze autonomo vola in gruppi di tre esemplari sul dorso di un “drone madre” finché non parte per una missione suicida. Pesa pochissimo al decollo: appena 1,25 kg (2,76 libbre), incluso un carico utile letale o non letale fino a 150 grammi (5,3 once). Una piccola batteria al litio gli offre un tempo di volo massimo di circa sette minuti. Gli bastano e avanzano.
Sciame assassino
Le caratteristiche di questa tremenda macchina di morte sono ottimizzate per infliggere il maggior danno possibile, senza sprechi. Solo l’essenziale per uccidere. Oltre a un semplice telaio per droni da corsa in fibra di carbonio dall’aspetto squadrato, il Lanius è dotato di numerosi sensori e fotocamere, oltre a un sistema su modulo Nvidia Jetson AI progettato specificamente per l’interpretazione rapida di flussi di dati con basso consumo di energia. Si collega al software di gestione degli sciami di combattimento Legion-X di Elbit per missioni autonome multi-drone.
Dietro i tecnicismi, la sostanza: questo drone kamikaze facilita lo scientifico sterminio
Da solo o in sciame, Lanius può fare tutto da sé: pattuglia, evita le collisioni, rileva e riconosce un bersaglio (classificandolo, da solo, come amichevole o ostile, combattente o no, armato o no) entra perfino negli edifici e finisce il suo volo da drone kamikaze, facendosi esplodere. Unico fattore “umano” al momento, dice l’azienda produttrice, è un “ok” finale che l’operatore concede alla macchina, che porta a termine il “lavoro” da sola.
In modalità “imboscata”, il drone rileva una particolare area, ad esempio una porta chiusa che potrebbe avere minacce ostili dall’altra parte. Atterra e sorveglia la porta. Se la porta si apre e vede qualcosa che classifica come una minaccia armata, avviserà un operatore remoto e “chiederà” il permesso di agire.
Data la velocità con cui i droni quadricotteri e il deep learning si sono sviluppati nell’ultimo decennio, queste macchine avanzeranno rapidamente nei prossimi anni. E dietro altri tecnicismi si giustificherà anche la completa delega di un omicidio: niente da fare, Asimov.