Piano piano (devo dirlo, più lentamente di quanto pensassi) le tecnologie indossabili entrano nella nostra quotidianità. Sarà che ne subisco il fascino fin da bambino, quando un orologino con la calcolatrice mi faceva sentire super tecnologico, ma mi fa piacere.
A conti fatti, anche se il concetto è in giro da 60 anni, solo 10 anni fa le aziende hanno iniziato a pensare al cosiddetto “Internet delle cose”. E il primo smartwatch ha ancora meno: 7 anni, l’età del primo Apple Watch. Chi ne fa uso li trova utili: monitorano sonno, attività fisica, alcuni parametri vitali e a volte ci si parla sollevando il polso, come Dick Tracy nei fumetti anni ’30.
Ancora qualche intoppo, poi vele spiegate
In quest’ anno che sta per finire, l’Internet of Things (IoT) di consumo (nelle sue tre estensioni domotica, auto connesse, tecnologie indossabili) copre il 27% delle entrate globali di tutti i prodotti dell’internet delle cose. Tra questi tre mercati, le tecnologie indossabili sono quello col maggiore fatturato e la crescita più rapida: il prossimo anno raggiungerà un mercato di 42.4 miliardi di dollari.
Nella prima metà del 2023 questo mercato potrebbe essere condizionato dalle minacce di recessione globale, ma da giugno le vendite torneranno a salire trainate da nuovi modelli e nuove funzioni. Quali? Le più disparate: dalle immagini olografiche al monitoraggio dell’asma, fors’anche della depressione.
Tecnologie indossabili, preparatevi a una valanga
Oggi sono ancora relativamente ingombranti, ma i visori AR/VR rientrano pienamente nel novero delle tecnologie indossabili. Nei prossimi anni giocheranno un ruolo sempre più importante nel previsto sviluppo del metaverso.
Nel 2023 assisteremo ai primi progetti importanti di collaborazione e formazione aziendale basate sulla realtà virtuale. Vedremo le prime aziende dotarsi di visori per attività come l’onboarding dei dipendenti o gli eventi virtuali: non è certo un azzardo aspettarsi la crescita degli investimenti in questo settore.
In sintesi, anche se la crisi economica globale non farà crescere le tecnologie indossabili come dovrebbero, una crescita ci sarà.
Di più, ci sarà una maturazione. Esisterà una varietà di prodotti tecnologici indossabili che usano l’IoT: gioielli intelligenti, forse anche i primi impianti intelligenti (ma dubito che saranno di Neuralink).
Ben venga se alcune di queste potrebbero finire in futuro per salvare vite umane, migliorare la nostra salute o il rapporto che abbiamo con il nostro corpo.
Un solo lato oscuro, ma bello grosso: la privacy
Una robusta postilla per parlare dei rischi. La crescita dei dispositivi indossabili porterà nuove, enormi sfide in termini di protezione della privacy dei dati personali. Questi dispositivi raccolgono una gigantesca quantità di informazioni su di noi: dati biometrici, posizione, password e-mail, attività svolte con le app. Perfino conversazioni registrate.
Aggiungiamo AR e VR e avremo una mole pazzesca, custodita in server sempre più appetibili agli attacchi degli hacker. Questo potrebbe mettere a rischio il successo commerciale delle aziende meno capaci di garantire ai clienti la sicurezza dei dati. E di certo porterà, o meglio: dovrebbe portare alla creazione di normative per regolamentare il settore.
Per questo, gli investimenti nella protezione dei dati personali saranno fondamentali per le tecnologie indossabili: la sicurezza è l’unico possibile, grosso ostacolo che vedo sul loro cammino.
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