Un recente studio ha dimostrato che il numero di spermatozoi è diminuito di oltre il 50% dal 1973. La causa? Probabilmente le sostanze chimiche nocive presenti nella plastica, e l’inquinamento prodotto da fonti di energia sporca.
Sulla base di un precedente studio del 2017, i ricercatori hanno osservato un calo del numero di spermatozoi del 51% in 53 paesi di tutti i continenti: il mondo sta scivolando verso una crisi globale della fertilità.
E sta anche per peggiorare
Il problema non è solo nel numero: anche perchè in ogni caso un numero alto di spermatozoi non è per forza indice di fertilità. Se parliamo di densità, la diminuzione della concentrazione di sperma dal 1972 al 2000 è stata dell’1,16%. Negli ultimi 20 anni, però, è più che raddoppiata, diminuendo di un altro 2,62% da allora. Tutti parametri che possono essere indice di spermatozoi (numerosi o meno che siano) non sani, o non abbastanza mobili da aumentare le probabilità di concepimento.
Parliamo di motilità? La capacità degli spermatozoi di muoversi e “nuotare” per raggiungere l’obiettivo. Un altro studio , pubblicato nel 2019, ha rilevato anche questa è diminuita: di ben il 10% negli ultimi 16 anni.
Perchè gli spermatozoi rischiano di diventare “in via di estinzione”?
Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma un numero crescente di ricerche indica tra i colpevoli varie sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, confondono gli ormoni e influiscono sulla capacità riproduttiva.
Tra queste gli ftalati: un bel problema, perchè sono praticamente ovunque negli oggetti di uso comune. Plastica, sapone, pavimenti in vinile. E quasi tutto ciò che finisce sotto l’etichetta di “microplastica”, il residuo di tutti gli oggetti in plastica presenti sul pianeta ormai presente dappertutto, dal cibo che mangiamo all’aria che respiriamo, perfino nella placenta e nel latte materno, o nel flusso sanguigno umano. Ci stiamo suicidando.
Il canarino nella miniera
“Le nostre scoperte sono dal punto di vista scientifico l’equivalente di un canarino in una miniera di carbone”, dice il professor Hagai Levine, uno degli autori dello studio. “Abbiamo tra le mani il campanello di allarme di un gravissimo problema, che minaccia la sopravvivenza dell’umanità. Serve con urgenza un’azione globale che riduca esposizione e comportamenti che minacciano la nostra salute riproduttiva”.
Se il ritmo di decrescita degli spermatozoi fosse costante, seguendo la curva della meta-analisi fatta nel 2017, avremmo un numero di spermatozoi “efficaci” pari a quasi zero entro il 2045. A dirlo è proprio la coautrice dello studio, Shanna Swan.
“Ciò significa entro il 2045 la maggior parte delle persone che desiderano un figlio potrebbe dover utilizzare la riproduzione assistita”.
Forse questo è il futuro che meritiamo, ma di certo non è quello che vogliamo: e non è quello che dobbiamo vivere.
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