La tecnologia sta facendo grandi progressi nel coinvolgere i nostri occhi e le nostre orecchie nei mondi virtuali, ma per il tatto la cosa è più difficile. Gli ingegneri della City University di Hong Kong hanno sviluppato WeTac, una “pelle” elettronica sottile e indossabile che fornisce feedback tattili agli utenti in realtà virtuale e aumentata. Può spazzare via la pletora di dispositivi indossabili (e ridicoli) che oggi permettono agli utenti di toccare e manipolare oggetti virtuali.
Come funziona WeTac? Che possiamo “toccare”?
Il sistema WeTac consiste in un idrogel adesivo che si posiziona sulla mano e sulle dita. È collegato a una piccola batteria (ricaricabile wireless) e a un sistema di comunicazione Bluetooth situato sull’avambraccio. L’idrogel è dotato di 32 elettrodi disseminati sulla mano, sul pollice e sulle dita, attraverso i quali si trasmettono correnti elettriche per creare sensazioni tattili. Stimolando diverse combinazioni di questi elettrodi a diverse intensità, WeTac può simulare una serie di esperienze: ad esempio toccare e afferrare una pallina da tennis, o sentire un topolino virtuale camminare sulla propria mano. Le sensazioni possono anche essere aumentate per diventare scomode (ma non dolorose), fornendo un feedback negativo per azioni come toccare un cactus (sempre virtuale).
Cosa potremo farci?
Il team afferma che questo sistema può essere utilizzato in combinazione con la realtà virtuale o aumentata, aprendo la possibilità a numerose applicazioni innovative. Sorvolo su tutto ciò che potremmo toccare nel corso delle nostre scorribande attraverso videogiochi VR o AR (la caccia ai Pokémon assumerebbe un altro senso): per non dire del mercato legato all’eros. Mi limito a dire che tra i campi di applicazione interessanti e più “seri” c’è quello del controllo a distanza dei robot. Riuscire a ricevere un feedback tattile quando un robot afferra oggetti a distanza può accelerare enormemente l’applicazione di questo strumento. WeTac potrebbe essere usato anche per aiutare le persone a imparare nuove abilità, come la chirurgia o il pilotaggio di un aereo, in modo più immersivo e realistico. Inoltre, potrebbe anche essere utilizzato per fornire supporto a distanza a persone con disabilità o per aiutare gli operatori a lavorare in ambienti pericolosi
Se volete dare un’occhiata a WeTac in azione, trovate qui sotto il video. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Machine Intelligence e ve la linko qui. Non ci resta che attendere per “toccare con mano” questa innovazione.