I digital human, esseri umani rappresentati in formato digitale che possono esibirsi e interagire in streaming live, stanno diventando sempre più famosi nel mondo dell’intrattenimento cinese. La creazione di queste figure virtuali sta avendo una crescita esponenziale in tantissimi settori: televisivo, ludico, commerciale, finanziario e didattico.
Assumi un dipendente che non esiste
I dati di Baidu (un colosso tecnologico che, per intenderci, ha da poco avuto il via libera allo schieramento di taxi autonomi negli aeroporti cinesi) parlano chiaro. Il numero di progetti che coinvologono digital human nell’interazione con clienti è raddoppiato in un solo anno! Questi servizi hanno prezzi che vanno dai 2.800 ai circa 14.300 euro all’anno: e sono in calo, altro segno che prelude ad una diffusione capillare.
Stando a quanto dichiarato nello stesso report, infatti, il costo per creare una persona virtuale tridimensionale è sceso di circa l’80% nel corso dell’ultimo anno. Una persona virtuale a due dimensioni, poi, costa un quinto di questa cifra. Li Shiyan, capo del reparto persone virtuali e robotica di Baidu, prevede che a questo ritmo l’industria delle persone virtuali crescerà del 50% all’anno fino al 2025, trainando una maggiore digitalizzazione dell’economia, inclusa la realtà virtuale e aumentata. Tutti obiettivi contenuti nell’ultimo piano presentato al XX Congresso del Partito Comunista Cinese.
Nota bene: Secondo una recente ricerca di mercato, si prevede che il mercato globale dei digital human raggiungerà i 527,58 miliardi di dollari nel 2030, con un tasso di crescita annuo composto del 46,4%. Insomma, sembra che il futuro sia sempre più digitale e virtuale.
Dal turismo all’entertainment
Come detto, sono diverse le aziende tecnologiche che avanzano nel campo dei digital human. Bilibili, nota app di streaming di video e giochi, è stata una delle prime a introdurre le persone virtuali nel mainstream, acquisendo il team che aveva sviluppato la famosa cantante virtuale Luo Tianyi. Quest’anno, gli sviluppatori hanno lavorato duramente per rendere la voce di Luo ancora più realistica. Se vi sembra strano, fateci in fretta l’abitudine: Luo Tianyi festeggia quest’anno i 15 anni di carriera, non è nata ieri: ha raggiunto quasi 3 milioni di fan ed è persino stata invitata a cantare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino. Nel video qui sotto, una sua performance davanti ad un’arena gremita di pubblico, nel 2019.
Bilibili, comunque, non è l’unica azienda cinese a sperimentare con i digital human. Next Studios ha sviluppato cantanti e brani virtuali (alcuni di incredibile successo) e un interprete di lingua dei segni, sempre virtuale. Inoltre, Tencent Cloud AI Digital Humans fornisce invece chatbot per settori come i servizi finanziari e il turismo: soluzioni che automatizzano l’assistenza clienti.
Ok i digital human, ma gli “human” veri?
L’allarme è reale. “La crescente diffusione dei robot ha generato effetti negativi sull’occupazione, causando l’abbandono della forza lavoro da parte di alcuni e aumentando il tasso di disoccupazione”, affermano Osea Giuntella (Università di Pittsburgh), Yi Lu (Tsinghua University) e Tianyi Wang (Università di Toronto) in un report pubblicato dal National Bureau of Economic Research a dicembre (eccovelo qui).
Gli economisti hanno analizzato i dati di oltre 15.000 famiglie per valutare l’impatto di queste tecnologie sul mercato del lavoro cinese, e hanno scoperto che la forza lavoro fatica ad “adattarsi” a questi cambiamenti. E non da oggi. Prendiamo l’esempio della Foxconn, principale azienda assemblatrice degli iPhone: tra il 2012 e il 2016 ha sostituito oltre 400.000 posti di lavoro con dei robot.
Qualcuno mi ricorderà che alla Foxconn i ritmi costringevano gli operai a dormire sul posto e a lavorare 20 ore al giorno, e fioccavano i suicidi. È vero. Alzo le mani. In questi casi, ben venga l’automazione se salva vite umane e toglie persone da lavori degradanti: ma bisogna poi dare un’alternativa, e accompagnare chi esce da certi schemi verso impegni più gratificanti.
Real human matters.