La startup biotecnologica Rejuvenate Bio, co-fondata dal biologo di Harvard George Church, fa parlare di sé da un bel po’. Nel campo delle ricerche sulla longevità ha messo a segno e certificato diversi risultati. E si è detta pronta perfino a far rivivere una specie estinta come quella del mammut lanoso.
Ora però ha annunciato di aver sviluppato una tecnologia che sarebbe in grado di prolungare in modo significativo la vita dei topi anziani, arrivando a raddoppiare la loro vita rimanente.
Documenti che hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica, che ora esaminerà attentamente i dati per verificare la validità di questa affermazione rivoluzionaria. Se confermata, potrebbe offrire nuove prospettive per la ricerca sull’invecchiamento e la longevità umana.
Il doppio del tempo che resta ai topi. E a noi?
In base ai documenti in fase di peer review, un’iniezione che riprogramma i geni nei topi ha permesso loro di vivere in media il doppio rispetto ai topi del gruppo di controllo. Immaginate, per fare un paragone, che una persona di 70 anni possa arrivare di sicuro a 100 anni con una sola iniezione.
Il risultato è stato raggiunto attraverso l’esposizione delle cellule dei topi a proteine presenti negli embrioni allo stadio iniziale, per alterare le proprietà genetiche delle cellule. È una tecnica ideata dal biologo giapponese Shinya Yamanaka, premiato con il Nobel nel 2012 (e ora impegnato con altri luminari nel progetto di Altos Labs).
Prima di poter acclamare le affermazioni di Rejuvenate Bio come una vera e propria rivoluzione scientifica, però, serve procedere con cautela. Analizzare i dati con attenzione.
Specie quelli legati ai rischi potenziali di questa tipologia di riprogrammazione genetica: i ricercatori del MIT segnalano casi di cancro in alcuni topi sottoposti a trattamenti simili nel corso di un altro test. E occorre sempre ricordare che i topi sono l diversi dall’essere umano: non sempre cure e procedure vanno bene per entrambi.
Nell’ambiente però c’è grande entusiasmo
Il CEO di Rejuvenate Bio, Noah Davidson, esalta i risultati ottenuti e auspica una futura applicazione di queste procedure alla popolazione anziana.
I dubbi restano. Anche studi precedenti (al Salk Institute) hanno dimostrato che i topi con una condizione di invecchiamento precoce vivono più a lungo dopo un trattamento simile, ma ci si chiede se questo funziona anche sui topi sani. Nonostante anni di ricerca, la risposta è ancora incerta.
Rejuvenate Bio rilancia. Il suo metodo, afferma, è unico e si basa sulla terapia genica, cosa che lo rende somministrabile non solo ai topi, ma anche agli esseri umani.
L’azienda sta attualmente lavorando su terapie simili per cani da compagnia e persone che soffrono di condizioni mediche specifiche, tra cui l’insufficienza cardiaca.
È il caso di dirlo: chi vivrà, vedrà.