Dopo i ragni morti trasformati in robot, la cosiddetta “necrobotica” fa un altro passo avanti. Un team di ricerca dell’Università del New Mexico ha trovato un modo per trasformare gli uccelli tassidermizzati in droni volanti. Secondo il dottor Mostafa Hassanalian e il dottorando Amier Mirzaeinia, autori dello studio, questi nuovi droni potrebbero essere il modo più efficiente per studiare meglio la fauna selvatica.
E magari (ma questo lo dico io, non badateci troppo), potrebbe tornare utile per attività di spionaggio o in campo militare. Ssh.
Hitchcock ci girerebbe un sequel
Il dottor Hassanalian mostra in una presentazione il primo prototipo di “drone uccello” (in realtà ne hanno realizzato già un piccolo stormo) e spiega che il cammino verso l’obiettivo finale è frenato dall’ostacolo della rumorosità. Se lo scopo è quello di far volare questi dispositivi a scopo di “studio”, uccelli e persone saranno parecchio colpiti dal suono che fanno. Servirebbe silenziarli un po’.
A parte questo, l’aspetto dei “droni” è impressionante, nel bene e nel male. La combinazione di parti di uccelli tassidermici e meccanismi artificiali produce un movimento che imita in modo piuttosto realistico i movimenti degli uccelli. Potremmo considerarlo un buon punto di partenza: è che non riesco ad immaginare un punto di arrivo. Almeno non prima di aver superato il disagio di queste immagini.
Uccelli trasformati in drone, le possibili applicazioni
Oltre allo studio degli uccelli migratori e della fauna selvatica, e alle immancabili possibilità in campo spionistico, questi droni possono costituire un buon banco di prova per testare soluzioni aerodinamiche. Metodi che un giorno, forse, gli ingegneri potrebbero applicare anche ai velivoli per il trasporto di cose e persone.
“Vogliamo ottimizzare i droni con il nostro algoritmo di controllo per ottenere gli stessi benefici degli uccelli”, dice Hassanalian in una nota sul sito dell’Università. “Se useremo stormi di droni in formazione come gli uccelli, avremo velivoli in grado di consumare fino al 40% di carburante in meno”.
Questa ricerca è appena agli inizi, e guarda ai prossimi 100 anni. Una volta raggiunto il volo automatico, gli aeroplani potrebbero entrare in formazione a V e imitare gli uccelli
Mostafa Hassanalian
Me li immagino, i nostri discendenti, guardare uno stormo di aereoplani dicendo “che meraviglia! E pensare che i nostri avi hanno iniziato impagliando uccelli e facendoli volare come droni”. Come dicono gli amici della Generazione Z? CRINGE.