Gli scienziati dell’Università di Tokio hanno creato un robot a forma di ragno volante, che con un furioso impeto di fantasia hanno chiamato SPIDAR.
L’acronimo sta per “SPherIcally vectorable and Distributed rotors assisted Air-ground amphibious quadruped Robot): mi sono slogato il traduttore, ma alla fine è venuto fuori un “Robot quadrupede anfibio aereo-terrestre con rotori distribuiti e vettori sferici” che potrebbe rendere l’idea.
Come è fatto questo orribile aggeggio e soprattutto a cosa serve?
In buona sostanza, il ragno robot è dotato di 16 propulsori sulle gambe che gli permettono di volare, camminare e muoversi agevolmente in acqua.
Io questa roba la trovo agghiacciante, ma nello studio pubblicato per presentarla (ve lo linko qui) i ricercatori giapponesi dicono che questa nuova soluzione biomimetica (sempre lode a questo approccio che imita Madre Natura) potrebbe avere molteplici utilizzi in ambiti come la sorveglianza, l’esplorazione e la manutenzione di siti difficilmente accessibili.
Come funziona il ragno robotico?
SPIDAR è brutto forte, ma ha altre qualità: ad esempio la leggerezza, che gli consente di volare e camminare, seppure aiutato dai suoi propulsori per ridurre il peso (già basso di suo: 15kg, 33 libbre). La spinta dei motori crea una sorta di “effetto palloncino” che tiene su il ragno robot come se qualcuno lo tirasse dall’alto con dei fili invisibili.
Vabbè, come sempre faccio prima a mostrarvi il video, giusto?
Attualmente SPIDAR può volare per circa 9 minuti, o camminare per 18 minuti prima di dover essere ricaricato. Un tempo che, seppur ridotto, può già rendere utile questo ragno robot in scenari di soccorso o nell’esplorazione di ambienti difficili da raggiungere.
Sarà, ma avvisatemi quando diventa operativo, che vado a nascondermi sotto un letto.