Quando si tratta di proporre soluzioni per risolvere il problema del riscaldamento globale, c’è da abituarsi alle stranezze. Parafrasando Flaiano, “la situazione è grave, ma non è seria”. La geoingegneria sembra giocare a superare sé stessa con proposte sempre più assurde e speculative. L’ultima in ordine di tempo è forse la più originale: usare la polvere lunare per proteggere il nostro pianeta dal calore del Sole.
Raffreddare il pianeta dalla luna?
Un team di ricerca dell‘Università dello Utah e del Center for Astrophysics (Harvest & Smithsonian) ha proposto di raccogliere la polvere dalla superficie lunare e lanciarla in un’orbita stabile per bloccare parte della luce del sole.
Il metodo, dicono nello studio appena pubblicato su PLOS Journal (ve lo linko qui), avrebbe bisogno di meno energia cinetica rispetto all’idea di lanciare la polvere dalla Terra, e potrebbe contare su tutta la materia prima che ci serve. Sulla Luna la polvere va forte.
Polvere lunare come schermo ai raggi solari, lo studio
Il team di ricerca ha eseguito stime basate su complessi modelli di simulazione per determinare se la schermatura della polvere lunare sarebbe effettivamente fattibile.
A me, lo dico onestamente, il piano sembra una bizzarria totale. Certo, studi speculativi di questo genere possono ispirare soluzioni e tecnologie anche in campi diversi, ma se restiamo sul pezzo (lotta al surriscaldamento globale) non si siamo proprio.
Due “inconvenienti” su tutti? Primo: al momento la Scienza non ha alcun controllo sul comportamento della nube di polvere lunare. Una volta “lanciata” farebbe più o meno come che le pare.
Costruire una stazione sulla luna e l’attrezzatura per “sparare” la polvere lunare è una cosa ancora più inverosimile, ben lontana dalla sua realizzazione.
In sintesi
Per il momento, questa proposta rimane solo una teoria suggestiva, ma lontana dalla realizzazione pratica. Rispetto alla geoingegneria solare con l’irrorazione dei cieli, se non altro, ha il vantaggio di mostrare chiaramente la sua irrealizzabilità.
Credo proprio che si debba continuare a lavorare, in molti casi iniziare a combattere il cambiamento climatico usando metodi più tradizionali.