L’abito è comodo, la temperatura è buona e la giornata è perfetta per fare una bella passeggiata sulla Luna. La NASA ha appena svelato la nuova tuta spaziale che permetterà tutto questo: si chiama AxEMU ed è stata progettata dalla società Axiom Space (che abbiamo incrociato già altre volte su questo sito: sono tanti i progetti in ballo). Come è fatta?
Questa nuova tuta spaziale è già una leggenda per molti motivi. Segna il ritorno dell’uomo sulla Luna e segna la prima volta sulla Luna per una donna: tutto in una missione, Artemis III, destinata a restare nella storia dell’esplorazione spaziale. E siccome non si può fare la storia se si sta troppo scomodi, AxEMU è stata studiata per offrire maggiore mobilità, flessibilità e protezione dall’ambiente lunare, oltre a fornire strumenti specializzati per facilitare l’esplorazione della superficie.
Luna Fashion Week
Per essere estremamente sintetici sulle caratteristiche: la tuta spaziale targata AxEMU ha diverse giunzioni in più rispetto a quelle che siamo abituati a vedere. Questo, chiaramente, rende molto più semplice per gli astronauti compiere azioni come camminare e raccogliere oggetti da terra. Il casco è dotato di una fascia luminosa per una migliore visione e di una videocamera HD per trasmettere video in diretta sulla Terra. Infine, gli stivali sono ben isolati per permettere agli astronauti di lavorare anche nelle basse temperature del polo sud lunare.
Sul piano estetico trovo molto gradevoli le immagini di presentazione, ma non lasciatevi ingannare. Nonostante il prototipo abbia un rivestimento grigio scuro, la versione finale sarà probabilmente tutta bianca, per mantenere gli astronauti al sicuro e freschi mentre lavorano nello spazio. Peccato, l’effetto “Star Trek” ci stava tutto. Ad ogni modo, per chi ha voglia di rivedere tutta la presentazione, ecco qui il video da USA Today.
Tuta spaziale, paradigma del futuro
La realizzazione della tuta spaziale AxEMU è frutto, come detto, della partnership tra NASA e Axiom Space. Un altro segnale che mostra come l’innovazione potrà essere accelerata grazie alla sinergia tra il settore pubblico e quello privato. La progettazione, parte di una vera e propria “piattaforma” di sviluppo, tiene conto della possibilità di adattare questa tuta alle condizioni più disparate: su questa base, dopo Artemis III (prevista nel 2025) saranno realizzate le tute di missioni anche su altri pianeti del sistema solare.
In altri termini, non è un abito: è un paradigma per le prossime “avventure” spaziali dell’umanità. Vale il red carpet, dai.