C’è aria di tensione attorno a Google Bard, il chatbot di Google lanciato di corsa nella competizione con ChatGPT di OpenAI e la tecnologia di Microsoft, implementata nel motore di ricerca Bing.
Bard sembra in ritardo rispetto ai suoi rivali, e il suo successo (o insuccesso) potrebbe incidere non poco nel futuro della leadership di Google nel campo della ricerca e della tecnologia d’avanguardia.
Le prime impressioni sono deludenti
Dopo una prima, frettolosa presentazione (con tanto di errori) Google Bard è stato recentemente aperto agli utenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma le prime impressioni non sono delle migliori. Sebbene sia ancora in fase sperimentale, Bard non sembra all’altezza della tecnologia GPT-4 di OpenAI, deludendo molti degli utenti che lo hanno provato.
I primi utenti hanno diffuso diversi esempi che mostrano la difficoltà di Google Bard nel confronto con i suoi avversari. Lo YouTuber tecnologico Marques Brownlee, ad esempio, lamenta Bard non regge il confronto con Bing nell’analisi di argomenti specifici.
Ethan Mollick, docente alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania, nota invece le capacità come strumento di apprendimento, e colloca Google Bard decisamente sotto Bing e GPT-4.
Bard, in sostanza, parte in salita.
Le difficoltà di Google Bard sembrano presenti anche in ambiti teoricamente “agevoli” per una AI basata su grandi modelli linguistici di grandi dimensioni, come la generazione di poesie e la risoluzione di enigmi.
Ad esempio, l’AI di Google ha difficoltà a generare sestine, forme di poesia composte da 39 versi. Ha fallito nel risolvere gli enigmi del gioco online Twofer Goofer: non ne ha risolto neanche uno. GPT-4 ne risolve 96 su 100.
Si mette male per Bard (e per Google)?
Non faccio parte della schiera di chi crede che ChatGPT spazzerà via Google in un paio d’anni, Big G è un’azienda fortissima e ben radicata. Fossi a Palo Alto, però, inizierei a preoccuparmi un po’.
Di fronte a queste difficoltà, Google potrebbe trovarsi nel cosiddetto “dilemma dell’innovatore”, in cui le aziende consolidate rischiano di essere soppiantate da nuovi concorrenti più agili se non innovano abbastanza rapidamente.
Google Bard però non ha ancora dato il meglio: Insider riferisce che i dipendenti Google stanno testando una versione più avanzata del chatbot, soprannominata “Big Bard”. Questa versione avrebbe risposte più simili a quelle umane e un tono più informale, ma non è ancora disponibile al pubblico.
E Dio solo sa quanto sia veloce e folle questa competizione sull’intelligenza artificiale (anche a costo di errori e problemi etici, purtroppo). Per conservare la sua leadership, Google dovrà fare presto e bene.
In sintesi
Opinione personale: Google Bard sembra essere in ritardo rispetto ai suoi concorrenti, ma l’azienda potrebbe ancora recuperare e trovare il successo se riesce a innovare e migliorare il suo prodotto. La competizione tra giganti dell’AI come Google, OpenAI e Microsoft (senza contare i nuovi player come Adobe o Runway) porterà a sviluppi ancora più interessanti e significativi nel campo dell’intelligenza artificiale.
E saranno rapidissimi, caro Bard. Vedi di darti una mossa, o perderai questa nuova “corsa allo spazio”.