Nel lontano 1966, in un’intervista affascinante, il visionario teorico dei media Marshall McLuhan parlava del futuro dell’informazione. Sorprendentemente, alcune delle sue idee risuonano nell’era di ChatGPT e dell’intelligenza artificiale generativa. McLuhan aveva immaginato un mondo in cui le persone avrebbero potuto richiedere informazioni specifiche e ricevere un pacchetto di contenuti su misura, un concetto che ci riporta alle capacità di chatbot basati sull’intelligenza artificiale come ChatGPT.
Quando il passato incontra il futuro
Secondo Marshall McLuhan, in un futuro non troppo lontano gli individui avrebbero potuto telefonare, descrivere i loro interessi e competenze, e ricevere un pacchetto di informazioni selezionate appositamente per loro. Questa visione della distribuzione di contenuti personalizzati è diventata realtà con l’avvento dei modelli di elaborazione del linguaggio naturale basati sull’intelligenza artificiale. ChatGPT, ad esempio, riesce a comprendere le richieste degli utenti e fornire informazioni pertinenti, contestuali e personalizzate su una vasta gamma di argomenti, creando di fatto un pacchetto di conoscenze su misura.
Nell’intervista, McLuhan andò anche oltre. Pur comprendendo l’importanza di cogliere le tendenze emergenti (anche per evitare di esserne sopraffatti, per sapere “dove spegnere il pulsante”), il sociologo espresse decise perplessità nei confronti di questo cambiamento.
Marshall McLuhan aveva ragione? Cosa possiamo raccogliere della sua “eredità”?
Sebbene non potesse prevedere esattamente l’avvento di ChatGPT, Marshall McLuhan aveva intuito un futuro in cui l’informazione sarebbe stata sempre più personalizzata e accessibile. Il suo contributo al mondo dei media e della comunicazione continua a risuonare nel presente, mentre navighiamo tra le sfide e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dalla tecnologia in continua evoluzione.
La sua visione ci ricorda quanto sia importante adattarsi e comprendere il mondo in cui viviamo, per trarre il massimo vantaggio dalle innovazioni e gestire al meglio le trasformazioni che ci circondano. Chi l’avrebbe mai detto che un’intervista del 1966 avrebbe potuto avere così tanto in comune con il nostro presente tecnologico? Un genio è un genio. Tra qualche decennio scopriremo che altre “profezie” del passato si sono avverate in un mondo sempre più interconnesso e tecnologico.
Una domanda resta aperta, per una vostra riflessione: se “il mezzo è il messaggio”, per dirla con Marshall McLuhan, che messaggio ci sta dando ChatGPT?
Date un’occhiata all’intervista del 1966 (in inglese).