Conoscete tutti Elon Musk, dai. Il CEO di Tesla, Twitter, SpaceX, Neuralink, Starlink, Boring Company e un’altra mezza dozzina di startup importanti. ha deciso di aggiungere un nuovo titolo al suo curriculum: proprietario di Snailbrook. Proprietario di una intera città.
Secondo il Wall Street Journal, infatti, il miliardario sta lavorando alla costruzione di una città “utopica” in Texas vicino alle sue strutture Boring e SpaceX in costruzione.
Come sarà Snailbrook
I piani di Musk contemplano la costruzione di un luogo dove i suoi dipendenti potranno vivere pagando circa 800 dollari al mese per una casa con una o due camere da letto. Prezzi di privilegio in un luogo con benefit. Certo, a condizione di dover lasciare la città entro 30 giorni se licenziati o dimessi.
L’idea, favorita dalle recenti legislazioni di Texas e Nevada (che “aprono” a insediamenti residenziali dei grandi gruppi Big Tech), non sembra male. Sulla carta.
Città “aziendali”, una lunga storia
Snailbrook non è un’idea nuova. La storia delle città costruite dalle grandi aziende non è recente, viene da lontano. Ha avuto momenti embrionali (i parchi residenziali realizzati dal grande Adriano Olivetti, ad esempio). Ha avuto momenti tristi (città minerarie come campi di prigionia in cui i lavoratori vivevano in alloggi spartani, mandavano i loro figli in scuole di proprietà dell’azienda e venivano pagati in parte con moneta spendibile solo all’interno dell’insediamento).
Di recente, le “mire” di tecnocrazia hanno portato a piani di sviluppo per piccole “tecno-città” di Disney, Villaggi di Meta e interi quartieri targati Google.
Come può essere una “Elon City”?
Considerando l’eccentricità di Musk e il suo atteggiamento “sportivo” nei confronti dei dipendenti immagino che la demografia di Snailbrook sarà piuttosto burrascosa. Qualcosa del tipo “non affezioniamoci troppo ai vicini, che non sappiamo se domani ci sono ancora”.
Meno male che Snailbrook non sarà riservata ai dipendenti Twitter.