L’intelligenza artificiale generativa ChatGPT sta diventando un vero e proprio idolo digitale in Italia. È come se avesse partecipato al Festival di Sanremo, solo che invece di cantare ha ipnotizzato l’intero Paese con i suoi “fiumi di parole”.
Sembra che gli italiani siano sempre più curiosi di questa piattaforma. Nonostante lo scorso mese le richieste del Garante della Privacy abbiano bloccato l’accesso, le ricerche su Google sono schizzate del 2000%. È come se lo scorso mese il divieto avesse innescato una sorta di “brivido proibito”, alimentando il dibattito su come bilanciare privacy e innovazione tecnologica.
Ma, a parte parlarne, lo usiamo?
Posizione globale e nuove tendenze
Tante chiacchiere, poca sostanza. Nonostante il tamtam dei media (e forse anche a causa del mio libro per avvicinare gli scettici) l’Italia si piazza al 17° posto per l’utilizzo di ChatGPT. Non siamo decisamente al livello di Francia, Germania e Spagna.
Però l’interesse è davvero in crescita. Siamo giusto un po’ pigri: più abituati a parlare (e litigare) dei trend che ad approfondirli.
Beh, diamoci una mossa: anche perché, e lo dice la stessa OpenAI, l’italiano è la lingua più accurata di ChatGPT subito dopo l’inglese. Approfittiamone!
Boom digitale di ChatGPT: qualche dato in più
Ma quali sono le regioni italiane più interessate a ChatGPT? Qualche dato ci arriva dal report (eccovi un estratto) diffuso da Linkdelta.com, piattaforma di intelligenza artificiale generativa per la creazione dei contenuti. A quanto pare, il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e il Lazio sono in cima alla lista. Fanalini di coda? Tre regioni del Sud Italia: Puglia, Calabria e Sicilia, che al momento sembrano meno interessate.
Recuperare terreno
Un mese di blocco e qualche pregiudizio di troppo ci hanno frenati, ma l’entusiasmo è forte. Lo stesso AD della società che ha prodotto il report ce lo conferma:
il Paese è pronto ad abbracciare l’innovazione e a sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro in molti ambiti.
Angelo Sorbello, Linkdelta.com
In sintesi: dopo tante parole al vento create dalla nostra “vis digitale naturale”, prendiamo confidenza con lo strumento artificiale e facciamone buon uso!