Se il nome DragGAN non vi suona ancora familiare, preparatevi a un cambiamento radicale nel mondo del fotoritocco. Il vecchio modo di modificare le immagini, con strumenti complessi e infiniti livelli di Photoshop, sta per lasciare il posto a qualcosa di completamente nuovo. Letteralmente trascinante, se mi passate il termine.
Un nuovo “giocattolo tremendo” per i creativi
L’idea di DragGAN è stata espressa in un paper (ve lo linko qui) da un team di ricercatori misto tra MIT, Google e Università della Pennsylvania. È quella di portare la semplicità a un nuovo livello nell’editing di immagini. Si tratta di una soluzione che fa a meno di tutti gli strumenti classici del fotoritocco: pennelli, livelli e tutto il resto, che hanno fatto la fortuna di programmi come Photoshop.
L’utente può semplicemente cliccare in punti strategici della foto, creando punti di “intenzione”, e quindi trascinare questi punti per modificare l’immagine. È quasi magia.
Il fotoritocco entra nella quarta dimensione
Cosa significa in parole povere la possibilità di modificare un elemento in una foto (nel mondo in cui la foto sarà già “computazionale” di suo) con un semplice trascinamento del mouse? Ad esempio, è possibile aprire gli occhi chiusi di una persona, allungare una gonna, ingrandire o rimpicciolire una macchina, il tutto mantenendo un aspetto realistico e senza necessità di fare alcuna aggiunta manuale all’immagine.
L’entusiasmo generato da questa innovazione è palpabile. Dopo l’annuncio del suo sviluppo gli utenti hanno mandato in tilt il sito web di DragGAN: un chiaro segnale dell’interesse che sta suscitando nel mondo del fotoritocco, e più in generale dell’editing di immagini.
DragGAN è un taglio netto col passato
I lettori più affezionati di Futuro Prossimo potranno ricordare di quando ci dicevamo: le. GAN (reti generative avversarie) potranno “immaginare”, e faranno sfracelli. Ora è capitato, e di nuovo potreste chiedervi: ma in che modo DragGAN si differenzia dagli altri strumenti di fotoritocco, o dalle AI generative come Midjourney o StableDiffusion (che pure potranno essere usati in abbinamento)?
La risposta è semplice: DragGAN non genera immagini. Le modifica. Letteralmente. E lo fa in maniera sorprendentemente efficace: se osservate due foto, una prima e una dopo l’editing con DragGAN, non saprete dire quale delle due è l’originale.
DragGAN è capace di fare cose che nessun software di fotoritocco al mondo può ancora fare, come cambiare l’angolo di un oggetto, non solo la sua prospettiva, o “inventare” i dettagli necessari per tutto più realistico.
Un trasformatore. Ed è solo un tool ancora in fase di ricerca. Non oso pensare a cosa saprà fare quando sarà pronto per la massa.
Il Futuro del fotoritocco
Immaginate un mondo in cui per modificare un’immagine basta dare un comando vocale, senza bisogno di alcuna competenza specifica. DragGAN è il primo tassello di un puzzle che porterà a un futuro del genere.
Pensateci: “Ehi Google, trasforma questa camicia in un abito rosso e fai indossare un cappello al modello”. Potrebbe essere la norma in futuro, senza più mouse o tastiera. Scattando molte meno foto.
A volte nessuna.