Ecco una storia che sembra uscita davvero da film di fantascienza. Un team di ricercatori e medici degli ospedali di Boston ha portato a termine il primo intervento chirurgico “in utero” al cervello di un feto.
In sintesi? Il futuro neonato è stato salvato ancor prima di venire al mondo. Se questo non vi meraviglia avete poco cuore, amici.
Salvare nuove vite
La malformazione aneurismatica della vena di Galeno (VGAM) è una condizione rara che può causare gravi danni al cervello. Solitamente viene trattata dopo la nascita, ma comporta il rischio di danni cerebrali a lungo termine, disabilità o morte. Per questo un team medico ha deciso di provare un approccio rivoluzionario sul paziente più piccolo: intervenire in utero, ancor prima della nascita.
La procedura, presentata in uno studio sulla rivista Stroke (ve lo linko qui) è stata eseguita in una sala operatoria ostetrica, con la collaborazione di specialisti in medicina materno-fetale e radiologia fetale.
Chirurgia in utero, gli esiti dell’operazione
Il primo paziente trattato con questo metodo non ha mostrato alcun effetto negativo sul cervello: per questo una procedura del genere potrebbe segnare un cambiamento di paradigma nella gestione della VGAM.
Sebbene sia solo il primo caso, e sia fondamentale continuare la ricerca e i test per valutare l’efficacia su altri pazienti, questa nuova tecnica in utero può ridurre significativamente il rischio di danni cerebrali a lungo termine o morte tra i neonati affetti da questa malformazione.
Il futuro
Questa operazione in utero ha dimostrato che è possibile correggere le malformazioni prima della nascita, prevenendo danni e migliorando le prospettive a lungo termine per questi bambini, offrendo loro una vita più sana e senza disabilità. Inoltre, potrebbe migliorare le prospettive a lungo termine per questi bambini, offrendo loro una vita più sana e senza disabilità.
Ed è una cosa incredibile.