Non esiste ormai angolo del pianeta che non abbia sentito parlare di ChatGPT. Questo “giocattolo tecnologico” ha mostrato in pochi mesi delle incredibili potenzialità in tutti i settori, dai podcast alle newsletter aziendali passando per la creazione dei contenuti, ma questo è il meno.
ChatGPT gestisce i compiti amministrativi ripetitivi, migliora le prestazioni delle aziende, rende le comunicazioni più snelle e aumenta la produttività. E sissignore, l’AI si sta infiltrando a passo di carica anche in settori creativi come la scrittura, il design grafico e l’ingegneria audio.
Dove farà più rumore?
Partiamo da un presupposto. I chatbot avranno un boom globale praticamente ovunque (10.5 miliardi di dollari di mercato entro il 2026, contro i 2.9 miliardi del 2020). L’investimento in intelligenza artificiale generativa avanzata sarà massivo. Ciò detto, è chiaro che quest’onda investirà alcuni settori prima di altri, e ne ho individuati 3 che mi permettono di fare una facile previsione.
L’impatto di ChatGPT, i primi 3 settori
Legale
Avvocati e operatori del diritto stanno sfruttando l’abilità di ChatGPT di vagliare grandi quantità di documentazione e set di dati legali risparmiando un sacco di tempo prezioso. Con una comprensione approfondita di questi dati, nei prossimi anni l’AI sarà programmata per rispondere a domande sempre più complesse.
L’avanzata nel settore dovrà ovviamente seguire regole etiche: l’AI non dovrà sostituire il giudizio umano (capito, “avvocato robot”?) perché c’è ancora il rischio che generi documenti legali falsi o fuorvianti. Senza contare il fatto che ChatGPT potrebbe realizzare contenuti con “collage” di dati che violano i diritti di proprietà intellettuale altrui, esponendo lo studio legale a possibili risarcimenti danni.
Bisognerà determinare fino a che punto l’utente, il proprietario e gli sviluppatori dell’AI saranno responsabili delle violazioni. Dall’analisi di queste criticità deriverà il grado di “compenetrazione” (che prevedo comunque essere alto) dei settori legali con questa tecnologia.
Marketing
I settori legati al marketing saranno quelli a trasformarsi più profondamente e rapidamente. Non si tratta solo di generazione di testi, naturalmente, ma anche di scrittura di codice, analisi di dati dei consumatori, e sostegno ai processi di marketing già esistenti.
Nella mia agenzia pubblicitaria, l’intelligenza artificiale non è un optional, ma un compagno di viaggio. Abbiamo un canale interno, vivace come una piazza del mercato, dove condividiamo le ultime scoperte che potrebbero renderci più efficienti e stimolare la nostra creatività.
Note personali su ChatGPT e settori del marketing
Molti professionisti in tutti i settori del marketing temono che ChatGPT, con le sue crescenti capacità, li renda obsoleti. Noi non siamo tra questi. L’AI è uno strumento formidabile per il marketing, ma il giudizio umano rimane fondamentale per capire i clienti e le loro motivazioni. ChatGPT ha il merito di eliminare la parte ripetitiva e noiosa, ridurre gli errori umani e accelerare il progresso dei progetti. Può fare mille altre cose, che non sto qui a spiegare (ma qui sì, se vi interessa). È come avere un assistente instancabile che ci permette di focalizzare solo le fasi creative del nostro lavoro. Per questo, almeno alle mie latitudini, è promosso a pieni voti.
Didattica
Non solo marketing, ma anche istruzione: l’AI ha dimostrato di essere un grande alleato per gli studenti, e ancora di più per i docenti.
Lettere, lingue straniere, storia e diritto: sono le materie altamente esposte agli strumenti di modellazione del linguaggio AI. Ci si può lavorare davvero: in fondo gran parte delle attività di un insegnante comprende la creazione di contenuti e il lavoro con il linguaggio, che sono esattamente le abilità su cui si concentrano tecnologie come ChatGPT.
ChatGPT può essere usato per creare un programma di studi, suggerire letture, rappresentare in modo più chiaro un giudizio dato ad uno studente. Può aiutare nella creazione di esercizi, e tanto altro. Come ogni “stravolgimento” che si rispetti, ha anzitutto una matrice culturale.
Serve che i docenti superino la diffidenza verso questo strumento, evitando le demonizzazioni ed usandolo per quello che è: un “utensile” estremamente efficace. E chi meglio dei docenti può mostrare al mondo come un umano può gestire una macchina? Forza!