Ricordate il dottor Joseph Dituri, quel professore universitario che ha trascorso ben 100 giorni vivendo sul fondo di una laguna, in un bungalow sommerso? Ve ne ho parlato in questo articolo. Da allora, lo scienziato ha trascorso tutto il suo “soggiorno” senza mai risalire in superficie dal primo di Marzo fino a pochi giorni fa.
Quando si dice “toccare il fondo”
La “residenza” subacquea di Dituri, la Jules’ Undersea Lodge, è nascosta a 7 metri di profondità in una laguna della Florida. È lì che il professore ha infranto il precedente record di 73 giorni stabilito nel 2014 presso la stessa struttura.
Come sapete, in ogni caso, l’intento del nostro coraggioso subacqueo non era quello di far cadere il record, quanto quello di esplorare i limiti della resistenza umana in un ambiente estremo e isolato, e gli effetti della pressione subacquea sulla salute. Vi va qualche dettaglio?
Esperienza subacquea tra scienza e avventura
Dituri, un dottorato in ingegneria biomedica ed ex ufficiale dell’esercito americano, non ha vissuto questa avventura solitaria solo per il brivido dell’esplorazione. La sua “vita sul fondo” è stata un esperimento scientifico di prim’ordine, battezzato Project Neptune 100, organizzato dalla Marine Resources Development Foundation.
Diversamente da un sottomarino (che mantiene la pressione interna simile a quella di superficie), l’ambiente dell’alloggio di Dituri era tarato per replicare la pressione più elevata dell’ambiente sottomarino. Questo per comprendere come corpo e mente umani reagiscono a una prolungata esposizione a un ambiente isolato e a una pressione estrema. Una scoperta utile non solo per i ricercatori oceanici, ma anche per gli astronauti in previsione di missioni a lungo termine.
Lavoro quotidiano
Durante i suoi tre mesi e nove giorni sott’acqua, Dituri non è certo rimasto con le mani in mano. Ha condotto esperimenti giornalieri, e monitorato la reazione del suo corpo all’aumento di pressione nel tempo.
Ha anche tenuto lezioni online con studenti di 12 paes, e perfino ospitato più di 60 visitatori nel suo habitat. Per lui, la parte più gratificante è stata l’interazione con quasi 5.000 studenti, provando a trasmettergli l’importanza di preservare, proteggere e rigenerare l’ambiente marino.
Se qualcuno si fosse mai chiesto come sarebbe vivere come un pesce (o almeno come un umano sottomarino) per 100 giorni, il Dr. Dituri presenterà i risultati del suo “soggiorno” alla World Extreme Medicine Conference in Scozia del prossimo novembre.
Vi farò sapere: non vedo l’ora di scoprire l’esito di questa straordinaria esperienza, che mostra come sia importante spingersi oltre i propri limiti: in fondo al mare o verso le stelle.