In un mondo inondato ogni giorno di musica nuova (o “risorta”), scegliere la prossima canzone da ascoltare può diventare un’impresa epica. Oggi le piattaforme di streaming come Spotify combinano intuizione umana e intelligenza artificiale per selezionare le tracce più meritevoli, con un tasso di successo appena superiore a quello del lancio di moneta. Un nuovo studio, tuttavia, potrebbe cambiare radicalmente le regole del gioco.
Se la Neuroscienza incontra il Machine Learning
Un gruppo di ricercatori americani ha scoperto che la risposta del nostro cervello alla musica può prevedere con un’accuratezza sorprendente quale canzone diventerà un successo. Usando una combinazione di tecniche di machine learning e dati neurofisiologici, sono riusciti a raggiungere un’incredibile precisione del 97% nel prevedere dei successi musicali.
Il Professor Paul J. Zak è autore senior di uno studio pubblicato su Frontiers in Artificial Intelligence (ve lo linko qui). Nello studio, Zak piega come lui e il suo team siano stati in grado di identificare quello che sembra essere il sistema di valutazione del cervello per le esperienze sociali ed emozionali, chiamato Immersion. Il team ha poi applicato questo sistema alla musica e alla valutazione di nuove canzoni, usando dati raccolti da sensori fisiologici non invasivi come quelli presenti sugli smartwatch.
Dal tuo polso alla playlist
Nello studio, gli scienziati hanno analizzato una serie di canzoni di diversi generi musicali, sia di successo che fallimentari. I dati neurofisiologici raccolti dai partecipanti allo studio sono stati poi inseriti in Immersion, la piattaforma creata dal gruppo di ricerca. Diversamente da metodi più invasivi come l’imaging cerebrale diretto, l’approccio di Zak si basa su segnali più semplici e accessibili, come la frequenza cardiaca, rendendo la tecnologia molto più pratica ed economica. E, a quanto pare, estremamente efficace.
Neuroforecasting: predire il futuro della musica
Il concetto alla base di questo metodo si chiama “neuroforecasting”, ovvero l’uso dell’attività neurale di un piccolo gruppo di individui per prevedere le risposte di una popolazione più ampia. È stato precedentemente usato per prevedere le oscillazioni del mercato azionario, i video virali e i risultati elettorali.
Che impatto avrà questo “tsunami” scientifico sulla musica del futuro? Sebbene il campione di partecipanti e canzoni analizzate nello studio fosse relativamente piccolo, gli incredibili risultati suggeriscono che questo approccio potrebbe avere un impatto significativo su come la musica viene selezionata e promossa in futuro. Con l’uso di dispositivi indossabili sempre più diffuso, potremmo vedere un futuro in cui le scelte di intrattenimento vengono adattate in base alla nostra neurofisiologia.
In futuro, complice anche l’AR, le persone si “immergeranno” (è il caso di dirlo) in giochi ed esperienze interattive con suoni e musiche create in tempo reale. Itinerari sonori perfettamente adattati al loro stato d’animo, o alle loro sensazioni. La colonna sonora perfetta e totalmente personalizzata.
Una soluzione vincente per artisti e ascoltatori
Al di là delle implicazioni commerciali, l’approccio di Zak potrebbe anche aiutare i giovani artisti a sviluppare canzoni di successo, risolvendo un dilemma filosofico che tutti gli artisti affrontano: ciò che piace a me, piacerà anche al pubblico? Usando Immersion, tutti potranno capire velocemente cosa piacerà alla gente, stimolando la loro creatività e rendendo i consumatori di contenuti più felici.
Un vero e proprio scenario vincente per tutti? O la morte dell’imprevedibilità? Fatemi sapere come la pensate.