Parto col botto, così, per vedere l’effetto che (vi) fa: la Generazione Alpha non conoscerà un mondo senza l’AI. Noi ci siamo meravigliati delle prime connessioni internet? Loro si sveglieranno ogni mattina con un’intelligenza artificiale pronta ad assisterli, imparare e crescere con loro. O almeno questa sembra la strada su cui siamo incamminati.
L’Alba della Generazione Alpha
La Generazione Z, con la sua abilità di navigare tra app e piattaforme social, è quella che oggi sembra la più immersa nel mondo digitale (e anche la più sovrastimolata, ahimè), ma presto potrebbe apparire quasi antiquata rispetto alla prossima ondata.
la Generazione Alpha non parteciperà solo a un cambiamento tecnologico o economico: farà parte di una trasformazione radicale del nostro approccio a quella che per molti versi si preannuncia come una “realtà assistita”.
Crescere con un’AI personale
Immaginate un assistente che non solo risponde alle domande, ma anticipa i bisogni, impara dalle routine e si adatta alle sfide individuali. Questo potrebbe essere il “pane quotidiano” della Generazione Alpha.
Timothy Papandreou, ricerca e sviluppo di Alphabet X (precedentemente GoogleX) sottolinea il fatto che non avremo una generazione di programmatori, ma di “prompter“. Questi bambini (compresa mia figlia, che oggi ha 6 anni) interagiranno con le loro AI non attraverso codici complicati, ma semplicemente comunicando, come farebbero con un interlocutore umano. “Magari cureranno meglio le parole e la comunicazione,” dice mia madre, docente di lettere. Le speranze di una nonna.
Parleremo in “linguaggio funzionale”?
Come detto, la Generazione Alpha non avrà bisogno di imparare linguaggi di programmazione intricati. Al loro posto, una riedizione della “retorica” che si imparava nell’Antica Roma.
Impareranno l’arte di “sollecitare” le loro AI, usando frasi semplici per ottenere risultati complessi. Che si tratti di cercare informazioni su Dante Alighieri per un compito o di acquistare qualcosa, l’AI sarà lì pronta ad assistere.
La stessa forma mentis della società potrebbe cambiare. Come l’era di Twitter e degli SMS ha portato contrazioni linguistiche, come l’era dei social e dello streaming ha portato il linguaggio dei meme e delle serie tv.
Un “doppio” sempre accanto
Ogni ragazzo della Generazione Alpha avrà un “avatar ombra AI”. Qualcuno forse dalla nascita. Questo avatar sarà più di un semplice strumento: sarà un mentore, un compagno e una memoria vivente delle esperienze passate.
Se la Generazione Z può vantarsi di essere la prima generazione a crescere con internet, sarà probabilmente l’ultima ad essere cresciuta senza un’AI come compagna costante. Un po’ come la mia Generazione X, l’ultima a conoscere un mondo analogico prima dell’avvento del web. E come ogni fase di passaggio avrà i suoi momenti critici. (Se a questo punto state facendo confusione tra le generazioni e non fate parte di nessuna tra le generazioni menzionate, qui c’è un prospettino facile facile).
Sfide (e opportunità)
La Generazione Z sta affrontando problemi, anche mentali, legate alla presenza costante online. Anche la Generazione Alpha, crescendo in profonda connessione con le intelligenze artificiali, potrebbe affrontare nuove sfide di salute mentale ancora non previste.
L’uso dell’AI da parte della Generazione Alpha connoterà tutto il suo futuro professionale. Peter Diamandis, futurista e co-fondatore della Singularity University, ha messo in chiaro le cose: le aziende che non adottano l’intelligenza artificiale saranno destinate a fallire. Ma con grandi poteri vengono grandi responsabilità. I rischi sono enormi. Come ha sottolineato Nell Watson, etico dell’AI, servono regole “giuste”, né troppo rigide né troppo vaghe: un’impresa ardua per Famiglie, scuole, enti e governi.
Generazione Alpha, il domani è tuo
Siamo vicini a un futuro in cui la tecnologia e l’umanità si completeranno in modi molto più immersivi, e la Generazione Alpha si trova in prima linea.
Questi giovani pionieri, armati di curiosità e cresciuti con l’intelligenza artificiale come compagna costante. Navigheranno in acque inesplorate, come ambasciatori di un nuovo mondo.
Un mondo in cui l’innovazione non è solo un concetto, ma un modo di vivere.