Chi di noi non ricorda le lunghe ore trascorse davanti al Game Boy o al Commodore 64, esplorando mondi pixelati e affrontando sfide sempre nuove? Se fate parte della Generazione X (quella che salverà il mondo) o dei Millennial, sappiate che c’è una minaccia all’orizzonte: l’87% dei videogiochi classici potrebbe scomparire per sempre.
Il Game Boy e il suo destino inaspettato
Non l’ho mai avuto, né voluto, ma ammetto che il Game Boy non era solo una console. Era un passaporto per avventure straordinarie, un compagno fedele nelle lunghe attese e un premio per le piccole vittorie quotidiane di una intera generazione.
Come molte altre meraviglie tecnologiche del passato, però, oggi è diventato un reperto archeologico digitale, il simbolo di una cultura videoludica che sta svanendo troppo in fretta.
Videogiochi classici: numeri che fanno riflettere
Un recente studio condotto dalla Video Game History Foundation e dal Software Preservation Network ha rivelato una verità sconcertante: l’87% dei videogiochi rilasciati prima del 2010 sono “criticamente in pericolo”. Quasi 9 giochi su 10 potrebbero diventare inaccessibili alle future generazioni!
Perché stiamo perdendo questi gioielli? La risposta è complessa. I videogiochi, come tutti i prodotti commerciali, hanno un ciclo di vita. Spariscono dagli scaffali e diventano introvabili. Solo i titoli più popolari, come Pokemon o Sonic, vengono riproposti. Aggiungiamo un altro colpevole: le leggi sul copyright. Queste leggi impediscono alle biblioteche e ad altre istituzioni culturali di preservare e condividere i videogiochi come fanno con libri e film.
E così, perfino capolavori come Metal Gear o Unreal Tournament potrebbero diventare solo un lontano ricordo. Figurarsi quelli usciti in anni ancora precedenti.
Una perdita culturale inimmaginabile
La situazione è talmente grave che l’autore dello studio ha paragonato la disponibilità di questi videogiochi classici al tasso di sopravvivenza dei film dell’era del cinema muto. Eppure, oggi l’industria dei videogiochi vale 180 miliardi di euro: supera sia l’industria cinematografica che quella musicale! Perché questi tesori digitali sono trattati con così poco rispetto?
Il 2024 potrebbe essere un anno cruciale. Negli USA è prevista una discussione sulle leggi sul copyright dei videogiochi. Ma il tempo scorre veloce, e ogni ticchettio dell’orologio ci avvicina a un mondo senza i nostri amati classici.
Salviamo i videogiochi classici e la nostra storia digitale
Cari lettori, brutto vedere che una parte così preziosa della nostra cultura svanisce nell’oblio. La nostra storia di gioco, le nostre avventure, le nostre risate e le nostre sfide meritano di essere conservate per le generazioni future.
Forse dobbiamo fare qualcosa per impedirlo, o provare ad accettarlo: una volta sarebbe bastato leggere “insert coin” per capire che niente finisce mai davvero.
Oggi il rischio più concreto è il Game Over.