Sarò onesto: l’annuncio dell’investimento di Amazon in Anthropic, altra pioniera dei modelli linguistici, segna un nuovo capitolo nell’industria dell’Intelligenza Artificiale ma non mi sorprende. Nella mia bocca tutto ha il sapore di inevitabilità.
In principio fu Google, mossasi con largo anticipo sugli altri (l’acquisto di Deepmind risale addirittura al 2014). Poi l’avvento “improvviso” di OpenAI dal 2019, che ha accelerato l’uso commerciale di questi sistemi con l’ormai arcinoto ChatGPT. A seguire, la prima mossa di Microsoft che ha puntato su OpenAI e la confusa reazione di Google (prima Bard, poi Gemini & co.), un gigante colto di sorpresa. All’appello non manca Elon Musk, che un po’ in sordina lavora a X.ai e al supercomputer Dojo. Poteva mancare Jeff Bezos?
Potenza di calcolo
Amazon è la società che ha trasformato il modo in cui facciamo shopping online. Ha stabilito una posizione quasi monopolistica, estendendo le sue attività anche nel campo delle spedizioni, dell’elettronica di consumo, dell’abbigliamento.
Sul piano dell’AI, per essere sinceri, non aveva brillato particolarmente (specie nelle prime versioni dei suoi assistenti vocali). Ieri ha annunciato un investimento fino a $4 miliardi in Anthropic, azienda emergente nell’arena dell’Intelligenza Artificiale. Ma chi è Anthropic? Sono noti per aver sviluppato modelli linguistici come Claude 2, che si pone come concorrente diretto di ChatGPT di OpenAI.
Non si tratta solo di metterci dei soldi. Con questa partnership, Amazon diventa anche il principale fornitore di potenza di calcolo, o “compute”, per Anthropic. Se vi state chiedendo perché questo è importante, pensate a un investitore che compra una piccola compagnia aerea mettendole a disposizione denaro, infrastrutture e anche carburante infinito. I modelli di AI richiedono enormi quantità di potenza di calcolo per essere addestrati e funzionare. E questa necessità crescerà esponenzialmente.
Questa partnership non solo rafforza la posizione di Amazon nel settore, ma potrebbe anche ridefinire il futuro dell’AI. Quali sono le implicazioni di questa collaborazione per l’ecosistema tecnologico e per i consumatori? Provo a capire.
Anthropic e Amazon, win-win
Chiaramente Amazon punta a un cospicuo tornaconto. In cambio del suo sostanziale investimento, acquisirà una posizione (seppur di minoranza) in Anthropic. Ciò significa che gli ingegneri di Amazon potranno integrare i modelli di AI di Anthropic nei loro prodotti e servizi. Alexa, da oggi non sarai più un semplice timer per la pasta.
Fondata nel 2021 da un gruppo di ex dipendenti di OpenAI, Anthropic ha rapidamente guadagnato terreno come uno dei principali sviluppatori di modelli di fondazione. Ma cosa ha spinto questi dipendenti a lasciare OpenAI? Differenze nel loro approccio alla sicurezza dell’AI. E ora, con il sostegno di Amazon, sono pronti a portare la loro visione a nuovi livelli.
Con qualche compromesso in più: l’aumento degli investimenti da parte dei fornitori di cloud computing permetterà alle aziende Big Tech di esercitare sempre più controllo sugli sviluppatori di AI. Va bene la tua etica, Anthropic, va bene il tuo talento, ma quando il tuo socio ci mette la “benzina” per farti marciare (in questo caso la potenza di calcolo) potresti mettere da parte un bel po’ di idealismo.
Preoccupazioni sulla concorrenza
Non tutti vedono queste partnership in una luce positiva. Sia l’autorità antitrust del Regno Unito che la Federal Trade Commission degli Stati Uniti hanno espresso preoccupazioni. Queste partnership potrebbero permettere alle grandi aziende di estendere il loro potere monopolistico, influenzando l’intero ecosistema dell’AI (e un pezzo possibile di futuro, come abbiamo visto di recente).
Di certo, con giganti come Amazon che entrano in gioco, il paesaggio dell’IA è destinato a cambiare, e gli enti di tutela faranno bene a sbrigarsi: la “guerra” è appena cominciata.