Amici e coetanei della Generazione X (quella che forse salverà il mondo): siete pronti per un ripasso dei fondamentali? Bene. Se vi dico “In una guerra tra colonie spaziali e la Terra, dei giovani piloti si ritrovano al comando di potenti robot giganti mentre cercano di trovare il proprio posto in un mondo in tumulto”? Chi ha detto Gundam? Bravi!
Oggi vi parlo del “cugino ricco” di Gundam, si chiama Archax. Certo, Gundam combatteva per la giustizia, mentre Archax preferisce lavorare per il Capitale e farsi una passeggiata per le strade di Tokyo. Magari fermarsi per un caffè, sempre che trovi un bar abbastanza grande. Grazie a Tsubame Industries, ora le genti con la grana possono sedersi in un robot da 2,7 milioni di dollari. Il lusso non ha confini, a quanto pare.
Un gigante tra noi
Tsubame Industries, una startup con sede a Tokyo, ha svelato al mondo Archax, un robot pilotabile che sembra uscito direttamente da un episodio di un anime. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua apparenza da cartone animato. Questo colosso meccanico, alto 4,5 metri e dal peso di 3,5 tonnellate, è costruito con materiali di tutto rispetto: tubi di ferro, lega di alluminio e piastre d’acciaio. Il tutto rivestito di plastica rinforzata e filamenti per stampa 3D.
Archax non è solo un pezzo da esposizione. Ha gambe mobili, una testa, una vita, spalle, gomiti, polsi e dita completamente funzionanti. E se pensate che guidare un robot di queste dimensioni sia un’impresa, Tsubame ha pensato a tutto. All’interno del torace di Archax si trova un cockpit dotato di tutti i controlli necessari per comandare il mecha. Due joystick, due pedali e quattro display collegati alle nove telecamere del robot aiutano il pilota a fare il suo dovere: c’è perfino un touchscreen per passare dalla modalità veicolo alla modalità robot.
Allacciate le cinture
Può circolare? Onestamente ne so di più sul Gundam (e anche voi, ne sono certo). Ad ogni modo, Tsubame dichiara di aver messo la sicurezza al primo posto. Archax è dotato di un pulsante di arresto di emergenza, si ferma automaticamente se il corpo principale si inclina di più di 5 gradi e ha un’uscita di emergenza vicino al cockpit.
E, udite, è stato testato secondo vari standard di sicurezza internazionali. I robottoni fanno pure i crash test?
Il nome Archax deriva dall’Archaeopteryx, “dinosauro simile a un uccello” .
Ryo Yoshida, CEO di Tsubame, dichiara: “Il Giappone è molto bravo in animazione, giochi, robot e automobili, quindi ho pensato che sarebbe stato fantastico creare un prodotto che comprimesse tutti questi elementi in uno”. Ma ti pare. Da quando è stato presentato, Archax è stato paragonato a famose serie di robot (qualcuno, sacrilego, ha davvero fatto il nome di Gundam. Peste ti colga). E non solo per la sua natura pilotabile.
Si, ma Gundam
Attualmente, Tsubame sta esplorando applicazioni di intrattenimento per Archax, ma Yoshida vede un futuro in cui il mecha potrebbe essere utilizzato per lo sviluppo spaziale, il recupero in caso di disastri e altri scopi. Andiamo, ragazzi. Primo, di robot king size (e più utili) in Giappone se ne vedono già. Secondo, con solo nove dipendenti, difficilmente Tsubame produrrà in massa questo prodotto gigantesco e costoso. Per questo al momento può solo ambire al mercato dei super ricchi: in garage, tra una Lambo e l’altra, qualcuno farà posto anche a questo trabiccolo.
Se non avete pazienza o, più realisticamente, non avete 2,7 milioni di dollari, potete comunque ammirare Archax in video.
Io però, si metta a verbale, preferisco sempre Gundam. Ho già nominato Gundam in questo post? No?