Cosa succederebbe se domani gli animali ottenessero gli stessi diritti fondamentali degli esseri umani? Saremmo disposti a rinunciare al loro sfruttamento nell’alimentazione, nella ricerca, nell’abbigliamento? Facciamo due passi (speculativi) alla scoperta di uno scenario radicale ma forse non così irrealizzabile. In fondo, molti elementi per trasformare gli animali in veri e propri “concittadini” sono già presenti nella nostra società.
Immaginando un mondo di diritti per gli animali
Quando gli attivisti chiedono diritti per gli animali, ci invitano ad immaginare un mondo diverso. Prima di tutto, dobbiamo comprendere come le nostre vite siano plasmate dalla mancanza di diritti degli animali.
L’uso che facciamo degli animali è enorme, ben oltre il cibo, il lavoro e i vestiti. Dai fiammiferi alla carta passando per i profilattici, sono infinite le applicazioni di derivati e scarti animali nell’industria e nei prodotti di consumo. Uccidiamo miliardi di animali ogni anno per realizzare tutto questo.
Chiedere diritti per gli animali significa proibire gran parte di tali utilizzi per legge. È anche una richiesta di riconfigurare radicalmente il nostro rapporto con loro. Immaginare una possibilità del genere può essere davvero difficile, ma è un esercizio filosofico e sociale importante per considerare nuove etiche.
Un cambiamento invisibile?
Concedere diritti agli animali cambierebbe drasticamente molte produzioni, ma molti di noi potrebbero non notare la differenza nella vita quotidiana. Non solo esistono già valide alternative vegane alla maggior parte dei prodotti animali, ma le nuove tecnologie permettono di ottenerli senza uccidere o far soffrire gli animali.
Ad esempio, è già possibile coltivare carne, uova, latte e pelle in laboratorio senza utilizzare animali. In futuro, i progressi scientifici potrebbero rendere queste alternative economicamente vantaggiose su larga scala.
Conseguenze positive sull’ambiente
Un cambiamento in meglio (lo noteremmo} o{è un miglioramento ambientale. L’allevamento animale intensivo utilizza enormi risorse di terra, acqua ed energia, e provoca pesanti inquinamenti. La sua drastica riduzione alleggerirebbe il nostro impatto sul pianeta.
Cosa ne sarebbe invece della ricerca scientifica e medica basata su esperimenti sugli animali? Anche in questo campo le nuove tecnologie di modellizzazione al computer permettono di predire gli effetti dei farmaci senza testarli sugli animali.
Per i sostenitori dei diritti animali, i benefici ottenuti in passato non ci giustificano a continuare a violare un diritto individuale fondamentale, quello di non essere usati come mezzo per fini altrui. In ogni caso, se il progresso futuro è possibile senza danneggiare animali non umani, dobbiamo scegliere metodi alternativi.
Riconfigurare il rapporto uomo-animale
Cosa ne sarebbe invece dei ruoli che gli animali vivi hanno per noi, come lavoratori, intrattenitori o compagni? Anche se amiamo i nostri animali domestici, alcuni proprietari li fanno sopprimere per motivi discutibili. Se gli animali avessero diritti, dovremmo trattarli più come membri affidati della famiglia o perfino come concittadini. Potrebbero avere diritti sociali, forse (non ridete) pensionistici.
Quando il cane poliziotto Finn fu accoltellato nel 2016 in Inghilterra, l’aggressore fu accusato solo di danneggiamento. Se Finn avesse avuto pieni diritti legali, sarebbe stato tutelato come persona. Alcune entità naturali, come il fiume Magpie in Canada, hanno già ottenuto questo status.
Diritti degli animali: uno scenario radicale ma concreto
Un tempo l’idea di abolire la schiavitù o dare il voto alle donne sembrava impossibile. Forse un giorno i nostri nipoti guarderanno con sgomento al modo in cui abbiamo trattato gli animali non umani.
Quando proviamo ad immaginare un mondo di diritti per gli animali, scopriamo che non è poi così difficile. I concetti, le tecnologie e i meccanismi necessari già esistono, dobbiamo solo essere abbastanza coraggiosi da usarli.