È un dato di fatto che negli ultimi anni l’attenzione ai temi della sostenibilità ambientale sia andata aumentando, sia da un punto di vista di politiche ambientali intraprese dai vari governi, sia da un punto di vista delle singole iniziative prese dai cittadini, sempre più attenti all’ambiente e all’impatto che i loro gesti quotidiani possono avere su di esso.
Sicuramente questa è la strada giusta da intraprendere perché se è vero che determinate decisioni possono essere prese soltanto dalle varie istituzioni, comunitarie o nazionali che siano, molto dipende anche dagli atteggiamenti del singolo, dalle sue scelte, come l’attenzione negli acquisti.
Comprare prodotti realizzati ricorrendo a fonti rinnovabili, come per esempio carta igienica Regina, oppure shampoo in confezioni ricaricabili o prodotti con imballaggi realizzati con materiali riciclati sono esempi di acquisti responsabili, che possono anche stimolare l’imprese a una maggiore attenzione alla sostenibilità.
Sempre in quest’ambito, un tema a cui ultimamente si dà molta importanza è quello della cosiddetta spesa alimentare sostenibile. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Quanto cibo si spreca ogni anno?
Nel febbraio 2023 è stata celebrata la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare evento che come facilmente si può immaginare ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare le persone a comportamenti responsabili che contribuiscano a ridurre ai minimi termini lo spreco di cibo ricordando anche che uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU è quello di dimezzare gli sprechi di cibo entro il 2030.
Parlando di questo evento, WWF Italia ha pubblicato sul proprio sito dati alquanto interessanti, fra cui quello che ogni italiano spreca 27 kg di cibo ogni anno, un quantitativo non indifferente e anche preoccupante. La buona notizia è che comunque la tendenza è in miglioramento. Il dato definitivo del 2022 indica infatti che c’è stata una discesa del 12% degli sprechi rispetto all’anno precedente. Si può e si deve fare ancora moltissimo, ma il dato è incoraggiante perché indica che gli italiani sono sempre più propensi a sprecare meno, sì per risparmiare, ma anche perché hanno sempre più a cuore le tematiche ambientali.
Come si fa una “spesa alimentare sostenibile?”
Una spesa alimentare sostenibile è una scelta sicuramente lungimirante e da incentivare. Ma come si può realizzare? A questo proposito possono tornare utili i diversi consigli di One Planet Food, il programma che il WWF ha dedicato all’alimentazione sostenibile.
Uno di questi consigli è quello di acquistare il più possibilei prodotti locali che, oltre a essere più freschi, non richiedono trasporti eccessivamente lunghi per giungere a negozi e supermercati. Questo limita le emissioni di anidride carbonica legate al trasporto delle merci.
Un altro suggerimento da tenere in considerazione è quello di privilegiare frutta e verdura di stagione. Così facendo si riducono le coltivazioni nelle serre che comportano spesso dispendi energetici molto alti con conseguenti emissioni di sostanze nocive.
In linea di massima, poi, si dovrebbero privilegiare i prodotti provenienti da agricoltura biologica, un tipo di coltivazione che tende a minimizzare l’impatto ambientale evitando l’utilizzo di sostanza chimiche.
Si dovrebbe poi evitare l’acquisto di prodotti con imballaggi eccessivi, magari scegliendo quando possibile i prodotti sfusi e quelli “alla spina”. Una grande parte dei rifiuti è costituita infatti proprio da imballaggi.
Ovviamente è molto importante ridurre gli sprechi, cercando il più possibile di riciclare ciò che avanza e cucinando porzioni più piccole. Sembrano interventi banali, ma nel lungo termine possono risultare particolarmente utili.
Infine, non va dimenticato che le acque provenienti dai nostri acquedotti sono ottime e ben controllate, bere l’acqua del rubinetto, anche utilizzando un depuratore come ulteriore filtro,riduce l’utilizzo di bottiglie in plastica, la cui produzione, per non parlare del trasporto e dello smaltimento, hanno un forte impatto ambientale.