Quando si parla di tecnologie militari, si evocano immagini di dispositivi e software avveniristici, frutto di budget astronomici e ricerche top-secret. Ma in un’era dove l’AI si è democraticizzata, con giganti tech e start-up che spingono l’acceleratore dell’innovazione, il divario tra difesa e settore commerciale potrebbe non essere così ampio.
La competizione è aperta: anche l’intelligenza artificiale è stata sviluppata tempo per un impiego diverso da quello civile? Le “diavolerie” di ChatGPT e colleghi sono già appannaggio del comparto militare? E se si, l’AI “bellica” è ancora un passo avanti o sta perdendo il suo tradizionale vantaggio?
Il contesto competitivo dell’AI
La corsa all’intelligenza artificiale ha assunto una dimensione globale: nazioni e aziende investono risorse ingenti per non restare indietro. I settori militari, notoriamente all’avanguardia nelle tecnologie, si trovano ora a confrontarsi con una realtà in cui il settore privato non solo compete ma, in alcuni casi, sembra guidare l’innovazione. Google, OpenAI, Facebook e altre aziende hanno creato sistemi di AI che stupiscono per le loro capacità, spesso con applicazioni open source che accelerano ulteriormente l’innovazione.
Segretezza dei militari contro open innovation
Il vantaggio della segretezza militare è indiscutibile: progetti come quelli di DARPA hanno portato a sviluppi rivoluzionari, spesso tenuti nascosti per anni. Tuttavia, l’approccio open dell’industria civile ha permesso una diffusione e un miglioramento rapidi delle tecnologie. La condivisione di scoperte e algoritmi ha creato un ecosistema in cui l’innovazione è costante e spesso guidata dalla comunità stessa.
L’AI e la difesa nazionale
Nonostante l’espansione commerciale, l’AI militare mantiene aree di supremazia, specialmente in ambiti critici come la sicurezza nazionale. Sistemi di sorveglianza avanzati, droni autonomi e simulazioni di guerra cibernetica sono solo alcune delle applicazioni che beneficiano di investimenti e sviluppi che raramente trovano riscontro nel settore civile.
Questi sistemi sono spesso all’avanguardia nella gestione e analisi di grandi quantità di dati, un aspetto chiave per la sicurezza nazionale. In questo senso, le intelligenze artificiali militari sono ancora avanti.
Di quanto?
La NSA, National Security Agency americana, addestra una qualche forma di intelligenza artificiale almeno dall’inizio degli anni 2000. Il riscontro è una corsa forsennata alle assunzioni, e l’11 settembre ha ampiamente giustificato la copertura economica per queste attività. Naturalmente, a questo punto, ciò di cui è attualmente capace è riservato al 100%, i dettagli dei vari programmi classificati mi sono del tutto ignoti.
E non voglio nemmeno fare ipotesi: se avessi voluto tutte le certezze sarei nato complottista, preferisco limitarmi ad applicare ragionevoli dubbi e realismo. Le tecnologie militari sono ovviamente avanti quel tanto che basta per essere preoccupati. E non per il vantaggio temporale, ovviamente, ma per l’uso che ne viene fatto.
Il ruolo delle AI militari e civili
Il futuro delle AI è un terreno di confronto tra progresso tecnologico e etica. Mentre il settore militare potrebbe essere tentato di sviluppare sistemi sempre più autonomi, la società civile si interroga sull’impatto di tali tecnologie sulla vita quotidiana e sul lavoro. Il dibattito si estende anche alla responsabilità delle decisioni prese da sistemi AI, un tema che tocca profondamente sia il settore militare che quello civile.
In conclusione, come tutte le tecnologie militari anche l’AI militare gode ancora di vantaggi in termini di tempo, risorse e segretezza, ma il gap si sta riducendo. L’innovazione aperta e la collaborazione globale stanno plasmando un nuovo panorama in cui il settore civile non solo compete ma, in alcuni casi, supera le realizzazioni militari.
La sfida per il futuro sarà bilanciare i progressi tecnologici con considerazioni etiche e strategiche, assicurando che l’AI sia utilizzata per il bene comune e non per nuocere agli esseri umani. Servirà mantenere un dialogo aperto e multidisciplinare, coinvolgendo esperti di diverse aree per navigare il futuro dell’intelligenza artificiale con saggezza e responsabilità.