Nel recente panorama tecnologico aeronautico, l’ingegneria cinese ha introdotto una novità che sta attirando l’attenzione del mondo: un drone con una struttura che imita la “doppia ala volante”. Questo nuovo multicottero, appena presentato in importanti eventi internazionali, rappresenta un avanzamento significativo nel settore, offrendo capacità di volo verticale e orizzontale con una struttura aerodinamica efficiente.
E fa sorgere, come con ogni nuova tecnologia del genere, inevitabili interrogativi riguardanti le sue potenziali implicazioni, in particolare nel contesto della sicurezza globale e dello sviluppo di armamenti.
La tecnologia e le sue potenzialità
Il drone cinese è stato sviluppato da specialisti della Changchun Changguang Bosyan, uno spin-off dell’Instituto di Ottica, Meccanica Fine e Fisica di Changchun, in Cina, sotto l’egida dell’Accademia delle Scienze.
La sua capacità di operare in condizioni estreme è notevole. Questo aggeggio vola con temperature fino a -40°C e ad altitudine di 5500 metri, e resistere a forti venti, ad una velocità di 30-33 nodi (fino a 61 km/h). Fattori, questi, che lo rendono un candidato ideale per una serie di applicazioni civili. Quali? Operazioni di soccorso in caso di emergenza, manutenzione di reti energetiche e oleodotti, impiego in topografia e cartografia.
Perché ho la sensazione che per compiti civili questo drone cinese resterà solo candidato?
Drone cinese: un’arma a doppio taglio.
Nonostante le indubbie potenzialità positive, non si possono ignorare le implicazioni di una tecnologia così avanzata. Specie considerando il crescente interesse globale verso i veicoli aerei senza pilota (UAV) per scopi militari, più o meno autonomi.
La capacità del drone cinese di operare in condizioni estreme e la sua durata di volo estesa potrebbero rendere questa tecnologia attraente anche per scopi bellici. La prospettiva di droni potenzialmente utilizzabili per sorveglianza o addirittura per impieghi offensivi in aree di conflitto solleva preoccupazioni etiche e di sicurezza.
La responsabilità della comunità internazionale
Di fronte a queste potenzialità, diventa essenziale un dialogo aperto e responsabile a livello internazionale.
È fondamentale stabilire regole e normative che possano governare l’uso di queste tecnologie. È fondamentale affinché il loro sviluppo e impiego siano orientati a scopi pacifici e di beneficio per l’umanità. Le nazioni e le organizzazioni internazionali devono collaborare per prevenire l’uso irresponsabile di queste tecnologie avanzate nel contesto di una possibile corsa agli armamenti basata su droni.
D’altra parte, se indirizzata in modo etico e responsabile la tecnologia alla base di questo drone cinese può portare a miglioramenti significativi in molte aree. La gestione delle emergenze, la ricerca scientifica e altri settori potrebbero beneficiarne, ma si sa, l’impiego militare ha sempre la preminenza.
Sarò utopista ma non deve, non dovrebbe essere per forza così. La sfida sta nel bilanciare l’innovazione con la responsabilità, un compito che richiede un impegno collettivo e una visione lungimirante da parte di tutti. Cinesi e occidentali. Mi sbaglio?