C’è un bel passo avanti (l’ennesimo di un percorso lento ma inesorabile) nel campo della ricerca oncologica. Il farmaco divarasib emerge come un protagonista promettente nel trattamento del cancro colorettale avanzato.
È uno sviluppo particolarmente rilevante per i pazienti affetti dalla mutazione genetica KRAS G12C, una variante che ha storicamente presentato notevoli sfide terapeutiche. La recente combinazione di divarasib con un farmaco immunoterapico già esistente, cetuximab, ha evidenziato risultati eccezionali.
Mutazione KRAS G12C? Cerco di spiegarmi meglio
Per comprendere la portata di questa scoperta, è essenziale analizzare il ruolo della mutazione KRAS G12C nel cancro colorettale. Questa mutazione specifica incide sul comportamento delle cellule cancerose, rendendole più propense a dividersi in maniera incontrollata e a formare tumori.
Data la sua natura particolarmente aggressiva, il cancro colorettale legato a questa mutazione è complicatissimo da affrontare. Trovare un rimedio a questa condizione può segnare una svolta nel trattamento di questa forma di cancro.
Divarasib e cancro colorettale: la ricerca
Il team del Peter MacCallum Cancer Center in Australia ha lavorato sotto la guida del Professor Jayesh Desai. E ha rivelato che l’associazione di divarasib con cetuximab ha avuto un impatto notevole, raggiungendo un tasso di risposta positiva del 62,5%.
È un significativo miglioramento rispetto ai risultati ottenuti con i trattamenti tradizionali (che in taluni casi possono registrare anche tassi di risposta di appena il 2%), e mostra l’efficacia di divarasib nel colpire specificamente la mutazione genetica alla base del cancro colorettale.
Per essere più precisi
Il trattamento del cancro colorettale legato alla mutazione KRAS G12C ha tradizionalmente incluso chemioterapie basate su 5-FU, irinotecan, oxaliplatino e/o capecitabina. Tuttavia, questi approcci hanno mostrato limitazioni significative, soprattutto in termini di mira specifica ai tumori e di tossicità. Divarasib, al contrario, si è dimostrato 50 volte più specifico e 20 volte più potente rispetto ad altri agenti attualmente impiegati per trattare questa mutazione, secondo i dati emersi da un trial globale di Fase I condotto all’inizio dell’anno.
Non solo cancro colorettale
I risultati conseguiti da divarasib non si limitano al cancro colorettale. La mutazione KRAS G12C gioca un ruolo chiave anche in altri tipi di cancro, come ad esempio il carcinoma polmonare a grandi cellule, dove è rilevata nel 13% dei pazienti.
Questa versatilità del farmaco apre la strada a un’ampia gamma di applicazioni potenziali, estendendo la speranza di trattamenti più efficaci a un numero maggiore di pazienti oncologici.
Prossimi passi
La storia di divarasib e cetuximab è più di un semplice caso di successo clinico; rappresenta un modello per il futuro della ricerca oncologica. L’approccio mirato, la tollerabilità del trattamento e la potenza farmacologica segnano un cambiamento significativo nel modo in cui il cancro può essere trattato.
Con la pubblicazione dei risultati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine (ve li linko qui), questa ricerca ha ottenuto un ampio riconoscimento internazionale, e può darci grosse sorprese nel prossimo futuro. La seguiremo con attenzione.