Nell’arena (purtroppo) sempre in evoluzione della difesa militare, sta emergendo un player che porta con sé una promessa audace. Si chiama Roadrunner, sviluppato dalla startup Anduril. Questo sistema non è solo un velivolo anti-aereo a decollo verticale, ma una piattaforma modulare che ridefinisce la strategia di difesa. Vediamo insieme come funziona.
Il concept alla base di Roadrunner
Roadrunner si distingue per la sua modularità e autonomia. In termini semplici, non è un semplice missile o un drone: è una piattaforma aerea con una vasta gamma di applicazioni potenziali. È alimentato da un paio di piccoli turbogetti, sviluppati internamente dalla startup americana: i dettagli specifici sulle prestazioni rimangano ancora segreti, ma sappiamo che il veicolo può raggiungere velocità subsoniche elevate. La capacità di decollo e atterraggio verticale aggiunge un ulteriore livello di versatilità, consentendogli di operare in una varietà di ambienti senza la necessità di una pista.
Il suo aspetto più rivoluzionario è la capacità di essere pienamente riutilizzabile, una caratteristica che lo distingue radicalmente dai sistemi tradizionali. Diversamente dai missili convenzionali (che sono monouso), il Roadrunner può tornare alla base, essere rifornito rapidamente e riutilizzato. Questo non solo riduce i costi operativi, ma apre anche nuove possibilità strategiche, consentendo il dispiegamento ripetuto in scenari di combattimento prolungati. Una serie di velivoli che hanno “hangar” grandi come bagni chimici (nella foto a sinistra, un “hangar”) potrebbe invadere i cieli.
Implicazioni strategiche di un “missile robotico” a decollo verticale
L’arrivo di Roadrunner sul mercato della difesa rappresenta una svolta nelle operazioni militari. La sua capacità di intercettare una varietà di minacce aeree, unita alla possibilità di riutilizzo, fornisce una soluzione economica e flessibile contro i droni nemici e altre minacce aeree. Questo potrebbe alterare significativamente l’equilibrio nelle moderne operazioni di guerra aerea, offrendo un’opzione più agile e meno costosa rispetto ai sistemi di difesa aerea tradizionali.
Se aggiungiamo il fatto che migliaia di questi oggetti potrebbero essere lanciati in stormo e agire praticamente da soli seguendo una intelligenza artificiale, lo scenario diventa radicalmente diverso. Il futuro della guerra aerea e della difesa assumono sempre più contorni che una mente sana faticherebbe ad immaginare.