Sapete cosa sono le cosiddette “zone blu”? Ne abbiamo parlato qui, ma vi riassumiamo noi. Le Zone Blu sono aree del mondo dove le persone vivono insolitamente a lungo, spesso superando i 100 anni. Sono note per stili di vita sani e comunità forti.
L’aura di mistero che le circonda ha catturato l’immaginazione collettiva, ma recenti indagini e analisi critiche suggeriscono che la realtà potrebbe essere ben diversa da quella che ci è stata finora presentata. Vediamo con calma il perché.
Il mistero delle Zone Blu: verità o mito?
Cos’hanno in comune Loma Linda in California, Ikaria in Grecia, la Sardegna in Italia, Okinawa in Giappone e Nicoya in Costa Rica? Originariamente, queste aree sono state ritenute speciali per la loro alta concentrazione di centenari e supercentenari, suscitando grande interesse e curiosità.
Tutto è nato da uno studio proprio sulla popolazione Sarda, che ha messo in luce una realtà incredibile. Nell’isola, il numero dei centenari è 15 volte più alto che nel resto d’Italia. Da lí altre conferme (vere o presunte), un documentario Netflix e la nascita di una vera e propria economia: la dieta della zona blu, gli integratori per assumere sostanze come gli abitanti delle zone blu e così via.
Oggi, la legittimità di queste zone blu è stata messa in discussione. Il demografo Saul Newman dell’Università di Oxford ha evidenziato in un paper (che vi linko qui) possibili incongruenze e errori nei dati relativi alla longevità in queste aree. In particolare, ha sollevato dubbi sulla validità dei record di età, specie per gli individui più anziani.
Il paradosso di Okinawa
Prendendo Okinawa come esempio, l’immagine di una dieta salutare e di uno stile di vita tranquillo viene contraddetta da statistiche nazionali giapponesi che mostrano proprio in quell’area alti tassi di povertà infantile, malattie infettive e crimini violenti.
Contrariamente alle affermazioni di basso consumo di carne e cibo lavorato, Okinawa è nota per il suo elevato consumo di carne in scatola e la presenza massiccia di fast food con il loro carico di cibo spazzatura. Cosa abbiamo qui, allora: zone blu o paludi alimentari?
Tre indizi fanno una prova? Tower Hamlets e gli USA
L’analisi di Newman ha identificato anche casi contrari: quelli di insospettabili “Zone Blu” in mezzo a veri e propri inferni di degrado. Tower Hamlets, un’area di Londra conosciuta per povertà e alta criminalità, sarebbe (dati alla mano) la zona blu del Regno Unito. Questo solleva il sospetto che la cattiva tenuta dei registri piuttosto che una magica longevità sia la causa di tali dati.
Se ancora non basta, arriva un’analisi del Gerontology Research Group sul rapporto tra longevità certificata e l’introduzione della registrazione completa delle nascite negli USA. Cosa ha scoperto? Ha scoperto che con l’avvento di una migliore raccolta dati, c’è stato un netto calo del numero di ultra-centenari. Fate vobis.
Anche per Nicoya, in Costa Rica, le ricerche sono dolenti. A quanto pare, non è più un’area dove si registra una longevità superiore alla media. Questo fenomeno sembra essere limitato agli uomini nati tra il 1905 e il 1930. Allora, queste zone blu esistono o no?
Conclusioni e Riflessioni
Queste nuove scoperte sollevano seri dubbi sull’esistenza delle Zone Blu e sulla loro presunta capacità di garantire una vita più lunga. E se i dati sulla longevità non raccontassero di capacità attuali, ma di capacità passate? Se il numero di ultracentenari fosse destinato a calare perché le condizioni ambientali sono cambiate negli ultimi anni?
Forse, anziché inseguire miti lontani, dovremmo concentrarci su ciò che sappiamo essere efficace per una vita sana: una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo. Le Zone Blu, per quanto affascinanti, potrebbero trarci in inganno su quello che serve davvero per vivere più a lungo.