24 ore, 720 minuti, 43.200 secondi. Questo il tempo che ho trascorso a testare Google Gemini Ultra 1.0, un’esperienza che ha arricchito il mio modo di concepire l’intelligenza artificiale e le sue possibili applicazioni.
Dall’entusiasmo iniziale alle prime perplessità, fino alla scoperta di un potenziale inesplorato, il mio primo giorno di “lavoro” con Gemini Ultra 1.0 è stato un piccolissimo viaggio interessante tra le sue capacità, i suoi punti di forza e di debolezza. Se vi va, ecco le mie impressioni generali su questo rivoluzionario modello di intelligenza artificiale.
Curiosi di conoscere le reali potenzialità di Google Gemini Ultra 1.0? Allora allacciate le cinture e partiamo lancia in resta.
L’incontro con Gemini Ultra 1.0:
Il mio primo incontro con Gemini Ultra 1.0 è stato quantomeno agrodolce. Partivo prevenuto e non ho problemi ad ammetterlo: il raffronto a suo tempo tra ChatGPT e il deludente Bard, e il video “falsato” del primo Gemini mi predisponevano negativamente.
Devo dire, però, che l’interfaccia intuitiva e la facilità d’uso mi hanno subito conquistato, permettendomi di familiarizzare con molte delle funzionalità in tempi davvero rapidissimi.
Alla scoperta delle funzioni
Nel corso delle prime 24 ore, ho avuto modo di testare diverse capacità di Gemini Ultra 1.0, dalla scrittura automatica di email alla generazione di testi creativi, passando per la traduzione di lingue e la risposta a domande complesse. Nulla di diverso da ciò che in agenzia mi capita di fare “stressando” l’AI di OpenAI, ma la notizia è proprio questa.
Non sono mancate le sorprese durante la mia prova su strada. In alcune occasioni, Gemini Ultra 1.0 mi ha stupito con la sua capacità di comprendere il mio linguaggio naturale e di rispondere in modo creativo e originale alle mie richieste, fuori da alcune routine che ormai so riconoscere ad occhi chiusi nel prodotto di Sam Altman.
Grande versatilità
Un grosso, grosso sollievo (accidentale fino ad un certo punto) è stato quello di poter “addestrare” Gemini con i documenti che ho già su Google Drive. Anni e anni di modelli ed esempi già pronti: non ho dovuto fare altro che dirgli di andarli a prendere, conosceva già la strada.
Inutile nasconderlo, il punto di forza è la possibilità di integrare l’AI con tutta la suite di Google One: Gmail, documenti, fogli e quant’altro. Tutti pronti a mostrare muscoli ben addestrati. Per chi ha già l’abitudine di usare il workspace di Big G è come fare una partenza lanciata. Davvero tanta roba, e si gestisce con una fluidità pazzesca anche su grandi moli di dati. Il tempo è volato, al punto che presto si è fatta una certa ora.
Primi verdetti
Dopo 24 ore di utilizzo intensivo, posso affermare con certezza che Google Gemini Ultra 1.0 rappresenta un passo avanti interessante nel campo dell’intelligenza artificiale. Finalmente ChatGPT ha un serio competitor, non uno “sfidante chiacchierone” buono solo a fare proclami. Le sue potenzialità sono tante e il suo impatto sulla nostra vita quotidiana potrebbe essere rivoluzionario.
Certo, c’è ancora lavoro da fare: è importante sottolineare che Gemini Ultra 1.0 è ancora in fase di sviluppo e necessita di alcuni miglioramenti. In alcuni casi, ho riscontrato errori di traduzione e imprecisioni nella risposta a domande complesse. In generale, ho avuto l’impressione che il sistema mostrasse delle “reticenze” iniziali a capire i comandi, per poi accettarli. Un diesel, per così dire.
Gemini Ultra 1.0, il futuro promette bene
Nonostante le piccole imperfezioni, la “carriera” di Gemini Ultra 1.0 si prospetta decisamente più gloriosa del suo predecessore “col braccino corto”, Bard. Con il continuo sviluppo e l’implementazione di nuove funzionalità, questo modello di intelligenza artificiale è destinato a cambiare le regole del gioco in molti settori, dalla scrittura alla ricerca, fino all’assistenza personale (sarà il nucleo dei prossimi Google Nest, ovviamente).
Concludendo, le mie prime 24 ore con Google Gemini Ultra 1.0 sono state un’esperienza stimolante, che mi ha aperto nuovi orizzonti nel campo dell’intelligenza artificiale e mi ha dotato di un nuovo strumento di lavoro. Sono impaziente di vedere come questo modello si evolverà nel tempo e quali saranno le sue future applicazioni.
E voi? Siete pronti a dare il benvenuto a Gemini Ultra 1.0 nel vostro workflow?